Il costo del lavoro in Europa, Italia allo stesso livello del Regno Unito – infografiche
Eurostat puntualmente ha pubblicato i nuovissimi dati sul costo del lavoro in Europa, aggiornati al 2015, e c’è qualche sorpresa.
E’ subito evidente il divario tra Est ed Ovest Europa, nonostante gli anni di crescita dei Paesi una volta oltre la Cortina di Ferro, e il rimpicciolirsi della differenza in termini di PIL pro capite.
Non stupisce che vedendo questi dati sia ancora in atto la delocalizzazione di industrie da Ovest a Est, il lavoro costa ancora tre volte meno, anche se ormai nelle capitali di Polonia, Repubblica Ceca, Slovenia e Ungheria i redditi siano superiori a quelli delle nostre regioni più svantaggiate
Costo del lavoro, in Italia 3 euro all’ora più che nel Regno Unito, il peso delle tasse – infografiche
Uno dei dati che più stupisce è la differenza tra Italia e Spagna, di 7 euro all’ora nonostante ormai la Spagna ci abbia raggiunto in termini di PIL procapite, e di quasi 3 con il Regno Unito, Paese in grossa crescita con stipendi medi ben più alti, anche se diseguali. E’ possibile influisca in questo dato l’oscillazione della moneta, anche se la sterlina ultimamente non si è indebolita, anzi.
Germania, Francia, Austria superano l’Italia e i 30 euro all’ora, ma il record è norvegese: 51,2€ l’ora, circa 13 volte i 4,1 della Bulgaria, il Paese della UE con i costi e i salari minori.
Quello che ci interessa soprattutto è tuttavia come questi dati sono cambiati gli anni, soprattutto in quelli della crisi.
Costo del lavoro, dal 2000, raddoppia in Polonia, in Italia sale più che in Germania e Regno Unito – infografiche
Ebbene, osservando il costo del lavoro dal 2000, il Paese, tra quelli più popolosi, con la maggiore crescita è la Polonia, che oggi di fatto vede l’esborso delle imprese per un’ora di lavoro raddoppiato.
Gli altri Paesi occidentali hanno avuto un aumento inferiore alla media UE, e l’Italia in particolare ha avuto una crescita superiore a quella di Germania e Regno Unito, e inferiore a quella della Spagna
Naturalmente se le statistiche fossero dal 2012 i dati sarebbero diversi. Nel caso della Spagna si è avuto un calo, che ha però solo scalfito la crescita dal 2000, e nel 2015 un primo leggerissimo calo si è visto anche in Italia. Al contrario il Regno Unito ha raggiungo la Germania.
Il calo italiano è dovuto soprattutto al calo della tassazione, per la prima volta, tornato al livello del 2012, e addirittura arrivato, come valore relativo rispetto al 2000 a quello del Regno Unito.
Si tratta forse della decontribuzione per i nuovi assunti, approvata con il Jobs Act
I salari veri e proprio invece risultano assolutamente fermi rispetto agli anni scorsi nel confronto con il 2000. Qui l’infografica.
Costo del lavoro: il peso delle tasse in Italia resta tra i più alti d’Europa – infografiche
Nonostante il positivo calo del 2015 ancora molto del costo di un dipendente che un’azienda deve pagare va in tasse, più che nel resto d’Europa.
Se non fosse per le tasse il costo del lavoro italiano per esempio sarebbe inferiore a quello inglese e non molto maggiore di quello spagnolo.
Contando solo i salari che vanno al lavoratore e il loro peso sul totale solo in Belgio, Lituania, Svezia e Francia la quota che va in tasca a un dipendente è minore.