Che cosa è successo tra Saviano e l’Unità? Il quotidiano del Pd, si scaglia contro lo scrittore anti-camorra, accusandolo di essere un «mafiosetto di quartiere» per le critiche al ministro Maria Elena Boschi, coinvolta nello scandalo “sblocca petroli” che ha portato alle dimissioni di un altro membro dell’esecutivo, Federica Guidi. Nello specifico, la colpa di Saviano, si legge nell’editoriale al vetriolo firmato da Fabrizio Rondolino, è quella di non aver specificato in un suo recente articolo quali siano «le ‘tante ombre’ che pesano sulla ministra».
Che cosa è successo tra Saviano e l’Unità?
Il Fatto – a sua volta tirato in ballo – ha chiesto un commento sulla vicenda a Walter Veltroni, direttore dell’Unità (quando ancora si poteva definire un giornale “vero” e in termini di tirature e in termine di vendite). La bocciatura è netta: “se una volta per tutte, nel dibattito politico e giornalistico, si abolissero le definizioni e le marchiature a fuoco, se la si smettesse, tutti, di etichettare il prossimo si farebbe un grande passo avanti di civiltà. L’ho scritto ieri proprio su l’Unità, parlando di quando Indro Montanelli veniva definito a sinistra un fascista essendo un vero liberale ed Enzo Biagi veniva etichettato a destra come un comunista essendo un vero liberale. Non si concorda con una opinione di Saviano? La si contesti nel merito. Ma usare l’espressione “m a f i o s e t to” riferita a chi, come Roberto Saviano, ha combattuto e pagato in modo terribilmente aspro le sue battaglie proprio contro le mafie è un errore per me grave e inaccettabile”.
Da Rondolino ha preso le distanze anche Erasmo De Angelis, direttore de l’Unità, che si è affrettato a scrivere in prima pagina “Giù le mani da Saviano”. N0nostante l’autore di Gomorra da tempo non sia tenero con Matteo Renzi e il suo governo, ha incassato persino la solidarietà di esponenti Pd quali Ernesto Carbone (il Fatto lo definisce “più renziano di Renzi”) – perché “usare il termine mafiosetto non si può” – e Alessandra Moretti, nota renziana anche lei, che ha definito l’accaduto quantomeno “sgradevole”.