Dopo le voci di possibili esodi da Sel al Pd, Nichi Vendola prova ad imprimere un’inversione di marcia rilanciando il cantiere a sinistra. “Vogliamo contribuire a ricostruire una sinistra moderna, post-ideologica, plurale, capace di farsi attraversare dalle culture di femminismo, ambientalismo, libertà. Il nostro orizzonte è l’alleanza con il Pd a condizione che si ricostruisca un profilo di cambiamento” dice il leader di Sel in un’intervista a Repubblica. “Renzi ha vinto e la sua vittoria non cambia la qualità di questo governo, che è molto condizionato dal profilo del ministro Guidi e dalle scelte di Poletti, oltre che dalla presenza di Ncd” dichiara Vendola. “Sulle scelte di merito, per noi il governo merita una battaglia di opposizione”.
Anche Susanna Camusso si fa promotrice di un “grande partito unico della sinistra che abbia come blocco sociale di riferimento il lavoro”. La leader della Cgil suggerisce al premier Renzi di fondere il Pd con Sel e di recuperare i voti popolari di Grillo, “sul modello della Cgil, casa comune della sinistra”. “Non ha senso fare un partito che semplifica i messaggi e restare bizantini nelle differenze, e la diaspora della sinistra è molto bizantina”, osserva Camusso che pensa a “un partito meno liquido, più partecipato, che ricostruisca il legame con la società che negli ultimi anni si è indebolito”. Renzi, aggiunge, dovrebbe volere un nuovo partito più strutturato “perchè il 40% lo deve mantenere, e se possibile aumentare”.