Forza Italia: si riuniscono come carbonari, stendono documenti sovversivi e preparano la fuoriscita definitiva, il partito di Berlusconi sembra destinato a implodere. Perchè? Con Bertolaso a Roma si rischia di essere irrilevanti. Nomi grossi, quelli di Giovanni Toti, Paolo Romani e Maria Stella Gelmini su tutti, preparano la rivolta: l’obiettivo è aprire una “nuova fase” e agganciare il centro di Verdini e Alfano, ma anche Fitto e Tosi.
Forza Italia: il partito si spacca per colpa di Bertolaso
Con in campo Bertolaso a Roma “certificheremmo la fine di Forza Italia. Alle amministrative rischiamo di mostrarci irrilevanti” si può leggere in un documento scritto dai rivoltosi. Il partito nel partito, però, è tutt’altro che una minoranza: con Berlusconi, in pratica, è rimasto solo Brunetta. Dall’altra parte, c’è quello che rimane di An, ovvero Altero Matteoli e Antonio Tajani, i parlamentari romani, molti tra quelli lombardi, anche qualche europarlamentare.
Il problema è Bertolaso – che secondo i sondaggi non arriva in doppia cifra – ma non solo: la scelta isolazionista del Cavaliere porterà alla disfatta anche a Torino, Bologna e Napoli. “Presidente – ha avvertito Tajani alcuni giorni fa – così eleggiamo al massimo un consigliere per ogni città!”.
Tornando alla Capitale: sfumato Marchini, tutto pur di abbandonare l’ex capo della protezione civile, anche appoggiare la Meloni va bene. Naturalmente, sostenere il leader di Fratelli d’Italia, per Berlusconi equivarrebbe a una resa definitiva. Detto ciò, adesso tocca proprio all’ex premier mettere ordine tra i gli esponenti romani del partito: la campagna elettorale è partita, anche i manifesti elettorali compaiono in bella vista ai lati delle strade capitoline, ma nessuno, nel dubbio, indica il proprio candidato sindaco.