Che cos’è il filibuster e perché Biden vuole modificarlo
Il Presidente Biden ha dato il suo appoggio a una modifica del filibuster. Il leader della minoranza al Senato, Mitch McConnell ha promesso di fare terra bruciata intorno ai Democratici in risposta. Ma cos’è il filibuster e perché è così importante per la politica americana?
Cos’è il filibuster?
Traducibile in italiano con “ostruzione”, questa procedura consiste nel prolungare il dibattito su una proposta di legge, con il fine di impedire che su di esso venga presa una decisione.
Si parla per questo di “talking a bill to death” ovvero “discutere fino alla morte di una legge”.
Il Senato degli Stati Uniti è formato da cento senatori, due per ogni Stato. La regola prevede che per votare una proposta di legge, tre quinti (sessanta) di essi debbano essere d’accordo per votare.
Quindi basta una minoranza di 41 senatori per bloccare interamente le procedure di voto.
I senatori che intendono attuare un filibuster, prolungano il dibattito sulla proposta di legge in sostanza fino alla “resa” dei proponenti. Così facendo essi devono scendere a un compromesso e fare delle concessioni agli avversari se vogliono che il voto abbia luogo.
L’evoluzione nel tempo
Fino agli anni ’70, i senatori erano obbligati ad essere fisicamente presenti perché il filibuster potesse avvenire. Ovvero, dovevano materialmente discutere per fermare il processo di voto e farlo dall’area del Senato ad esso dedicato. Non potevano farlo dal loro seggio, non potevano fare pause merenda o pausa bagno. Potevano fermare il loro discorso solo per ricevere domande dai loro colleghi.
Un’altra particolarità del filibuster è che i senatori non devono neanche per forza discutere della proposta di legge che intendono rallentare. Questo ha portato ad avere casi in cui dei senatori hanno ripetuto discorsi di loro colleghi su argomenti diversi o anche ricette di cucina. E no, non stiamo parlando di The West Wing.
Tuttavia, date i vari incarichi nelle varie commissioni, fu pensato di snellire i lavori del Senato permettendo ai senatori di “prenotare” il loro intervento mentre svolgevano altre funzioni. Quello che accade però, fu che questo rese possibile creare un filibuster semplicemente annunciando la propria volontà di farlo. Senza essere presenti e quindi senza dover neanche realmente dibattere.
Quella che doveva essere una mossa per velocizzare le operazioni di questa Camera, finì invece per potenziare lo strumento che la blocca.
Le modifiche sostenute da Biden
Il 16 marzo, il Presidente Biden si è espresso per la prima volta a sostegno del ritorno alla presenza obbligatoria in Senato per attuare un filibuster. In risposta al sostegno di Biden al ritorno al cosiddetto “talking filibuster” (traducibile in filibuster parlato), il leader repubblicano al Senato Mitch McConnell ha dichiarato:
“Tutto quello che i senatori democratici hanno fatto ai presidenti Bush e Trump e tutto quello che i repubblicani hanno fatto ad Obama, sembrerà un gioco in confronto al disastro che i democratici creeranno se spaccheranno il Senato”.
McConnell si stava implicitamente riferendo alla possibilità che i democratici utilizzino la cosiddetta “nuclear option” (l’opzione nucleare) per rompere un filibuster. Ma facciamo un passo indietro.
Cos’è la nuclear option?
L’opzione nucleare è una procedura parlamentare del Senato statunitense che permette di “sorpassare” una normale regola. Nel caso del filibuster, permette di chiudere il dibattito con una maggioranza semplice anziché con i 3/5 normalmente necessari. Questa procedura non viene utilizzata spesso perché come fa intuire il nome, è considerata un’extrema ratio che sconvolge le normali attività del Senato.
Utilizzarla significa togliere potere al partito di opposizione ma fa anche cadere la funzione bipartisan del Senato. Inoltre, chiunque la usi si dice ne esca perdente perché a fronte di benefici attuali, potrebbe subirne le conseguenze quando gli avversari saranno la maggioranza.
In sostanza, come in un dilemma del prigioniero, in linea di massima al partito di maggioranza converrebbe collaborare piuttosto che agire in solitaria.
Cos’è il filibuster: varie ed eventuali
Non tutte le votazioni possono essere bloccate da un filibuster. Alcune di esse sono per legge soggette a un limite di tempo per il dibattito e richiedono il voto della maggioranza semplice per essere approvate. Uno dei limiti di tempo più utilizzati è quello della procedura nota come budget reconciliation (riconciliazione).
Secondo questa procedura, ogni anno le due Camere approvano, con maggioranza semplice, un documento di bilancio che fissa in generale i fondi destinati ai vari livelli del governo federale. Questo documento non è un atto con forza di legge.
Dopo questa prima fase, il Senato può discutere con la riconciliazione, una modifica della distribuzione dei fondi stabilita.
Curiosità: il filibuster più lungo è quello del senatore Storm Thurmond, della durata di 24 ore e 18 minuti. Nell’agosto del 1957, Thurmond rappresentante della Carolina del Sud voleva bloccare il passaggio della legge sul diritto di voto chiamata Civil Rights Act. Questa legge tra le altre cose si occupava di facilitare il diritto di voto delle persone di colore.
Ai tempi, specialmente nel sud del Paese, era ancora vivo lo spirito ereditato dalla Guerra civile e vigevano ancora segregazione razziale, divieto di alloggio e altre norme discriminatorie verso i cittadini afro-americani.
A questi veniva spesso reso più difficile, o del tutto impedito, registrarsi per votare e quindi far sentire democraticamente la propria voce.
Morale: Thurmond dichiarò che il suo partito non rappresentava più le persone come lui e passò ai repubblicani. Il Civil Rights Act passò ma non nella sua forma originaria e i suoi effetti furono meno forti di quanto immaginato. Le mancanze vennero poi corrette con tre successivi Civil Rights Act.