Perché il dollaro si chiama così? Viaggio nei nomi delle monete
Perché il dollaro si chiama così? Viaggio nei nomi delle monete
Le monete raccontano una storia. Lo fanno perché il loro nome non è causale: ha origini che ci dicono molto su di loro e i popoli che le hanno usate. Prendiamo il dollaro, per esempio. Perché si chiama così? E la lira a cosa deve il suo nome?
Il dollaro viene utilizzato dai cittadini americani ma non solo: anche in paesi come il Canada, la Nuova Zelanda, l’Australia, Singapore e nelle isole Fiji la gente ha nei portafogli dei dollari. Il nome deriva dalla parola tedesca “joachimsthal”, la valle di Joachim, un sito per l’estrazione dell’argento oggi entro i confini della Repubblica Ceca. Come si arriva alla parola dollaro? Senza farla troppo complicata, il percorso linguistico è questo: da joachimsthal all’abbreviazione “thaler” (tallero) per poi approdare a “dollar”.
Una strada molto simile l’ha fatto il rand sudafricano. La parola è d’origine olandese ed è l’abbreviazione del nome della regione Witwatersrand, zona nella provincia del Gauteng un tempo ricchissima d’oro.
Da dove vengono i nomi delle monete?
Il marco in circolazione anni fa in Germania e Finlandia trae origine da una parola che definiva un’unità di misura che veniva usata per l’oro e l’argento. Non siamo per niente lontani quando si parla di altre monete. Un esempio? La lira che avevamo in Italia e che è ancora in circolazione in Turchia. L’origine della parola deriva dal latino Libra (bilancia), che ha assunto poi il significato sia di unità monetaria che di unità di peso. Secondo alcuni ricercatori, il nome del rublo russo e bielorusso proviene da un’unità di peso con cui si misurava l’argento. Anche la parola inglese “pound” fa riferimento a un’unità di peso.
Molte altre monete hanno origini latine, basti pensare alla corona usata nei paesi scandinavi, alla “kroon” dell’Estonia (che oggi però ha adottato l’euro) e alla corona in uso nella Repubblica Ceca. Ha origini latine anche il dinaro in circolazione in paesi come il Kuwait, la Tunisia, l’Algeria e la Giordania: la parola deriva dall’originario “denarius”, una moneta d’argento utilizzata nell’Antica Roma.
In Ungheria usano il fiorino il cui nome deriva da una moneta d’oro stampata a Firenze che aveva proprio un giglio su di sé e che era molto utilizzata nel Medioevo. Lo Zloty polacco invece significa “dorato”.
La storia si fa un po’ più complicata spostandosi in Asia. Lo yuan cinese deve il suo nome a una parola che significa “moneta rotonda” o più semplicemente “tondo”. Stessa radice ha il won coreano e lo yen del Giappone. La rupia usata tra l’altro in India e Pakistan proviene da un termine del sanscrito traducibile come argento lavorato.
Curiosa è l’origine della parola Ringgit, la moneta usata in Malesia. Quando in passato si cominciò a coniare monete con metalli preziosi, per evitare che i falsari grattassero via piccole quantità di metallo per coniarne di nuove, le autorità decisero di fare i bordi seghettati. La parola Ringgit significa proprio questo: zigrinato.