Area Popolare: alle amministrative è rottura totale tra NCD e UDC
Le elezioni amministrative per il rinnovo dei sindaci di diverse città italiane sono ormai alle porte. In meno di sessanta giorni le principali forze parlamentari dovranno approntare un maglio di candidature e programmi credibili che possa mettere a sistema l’unità delle intese di coalizione. Buon senso suggerirebbe un incalzare dei tempi ed una definizione chiara delle proposte d’azione per i diversi comuni. Le sedi di potere in ballo sono prestigiose: il Campidoglio a Roma, palazzo Marino a Milano, palazzo San Giacomo a Napoli e palazzo Civico a Torino soltanto per citarne alcune. Eppure in Italia sembra proprio avvenga tutto il contrario: da sinistra a destra, passando per il centro, le uniche cose che appaiono sistematiche, ad oggi, sono la disorganizzazione logistica, la confusione generale delle liste e le plurime scissioni interne. L’ultima frattura politica in ordine di tempo, dopo le battaglie campali circa il nome di Guido Bertolaso quale candidato unitario per il Centrodestra, è quella avvenuta all’interno di Area Popolare tra le componenti moderate del Nuovo Centrodestra di Angelino Alfano e dell’Udc.
Area Popolare: contrapposizioni romane
Pretoriani e Tribuni della plebe, Orazi e Curiazi, Patrizi e Plebei. A Roma va in scena l’ennesima frattura che rischia di sparigliare ancor di più le carte per le prossime elezioni amministrative. Ecco dunque che il progetto unitario di Area Popolare, quel famoso cantiere dei moderati che avrebbe dovuto intercettare buona parte della delusione dell’elettorato di destra, si scioglie come neve al sole nelle decisioni palesate dalle compagini di Ncd e Udc. Il segretario dello Scudo Crociato Lorenzo Cesa, ha dichiarato di voler appoggiare il candidato del Partito democratico Roberto Giachetti: “Su Roma stiamo lavorando ad una lista in cui siano presenti movimenti di area cattolica, in appoggio al candidato Roberto Giachetti”. Alla testa di tale lista Maria Fida Moro, figlia di Aldo Moro, con il supporto di alcuni esponenti della società civile. Per tutta risposta il Nuovo Centrodestra di Alfano proporrà una lista moderata appannaggio di Alfio Marchini, dovrebbe chiamarsi Roma Popolare, priva del simbolo ufficiale del partito. A sponsorizzare il progetto del capo del Viminale, il ministro della Salute Beatrice Lorenzin.
Area Popolare: il Centro nel resto d’Italia
Se a Roma le linee politiche del Nuovo Centrodestra e dell’Udc guardano decisamente ad orizzonti distanti e contrapposti, nel resto delle amministrazioni italiane i vettori, per Area Popolare, sembrano ben lungi dall’adottare un verso comune. “L’Udc si presenterà con il proprio simbolo in quasi tutte le città italiane e dove non saremo presenti con il simbolo, saremo presenti con liste di area cattolica e faremo una campagna all’insegna della centralità delle città, con le città nel cuore, lavoriamo per aggregare”. Il senso dell’operazione paventata dalle parole di Cesa dovrebbe poter portare a Napoli, in coerenza con quanto costituito per Roma, ad un sostegno nei confronti di Valeria Valente, ancora non totalmente affine alle proposizioni di Angelino Alfano. Indipendenza di scopi e d’intenti che il segretario dell’Unione dei democratici cristiani e di centro dichiara di voler perseguire anche a Milano e Torino, dove il partito presenterà rispettivamente due candidature di scuola propria: l’avvocato Marco Cozzi e Roberto Rosso.
Riccardo Piazza