Elezioni Perù: domenica, si sono svolte le elezioni per nominare il Presidente della Repubblica peruviana. El Protector del Perú José de San Martín, ovvero il generale argentino a cui è riconosciuto il titolo di liberatore del Paese, fu il primo a ricoprire questa carica. Sin dalla sua indipendenza, il Paese andino è stato segnato da colpi di stato e, nella storia recente, è noto quello che è stato definito come l’autogolpe di Alberto Fujimori nel 1992, quando sciolse il Parlamento e instaurò la legge marziale. Dopo aver fatto approvare una nuova costituzione che permetteva la possibile rielezione del presidente per due mandati consecutivi e ne ampliava i poteri, Fujimori fu rieletto poi nel 1995 e nel 2000, ma in quest’ultima occasione i sospetti di brogli elettorali e scandali di corruzione, lo spinsero a rinunciare al proprio incarico.
Resultados oficiales de la ONPE al 40.3%: Keiko 39.18%, PPK 24.25% y Verónika 16.25% ►https://t.co/r0zyryqUdm pic.twitter.com/bUaQ5zMSlV
— Diario La República (@larepublica_pe) 11 aprile 2016
Elezioni Perù: il ritorno di Fujimori a Casa de Pizarro
A distanza di circa 16 anni, oggi sua figlia Keiko Fujimori sembra essere in testa ai risultati elettorali. Infatti, con circa il 40,3 per cento dei voti scrutinati finora, sarebbe in testa con il 39,2 per cento delle preferenze. Fujimori è la candidata del partito Forza Popolare, e già nel 2011 si candidò alle elezioni presidenziali, venendo però sconfitta dall’attuale Presidente uscente Ollanta Humala. A seguire ci sarebbe Pedro Pablo Kuczynski, candidato della coalizione Alianza por el Gran Cambio, nonché ex Presidente del Consiglio dei ministri della Repubblica Peruviana ed ex Ministro degli Esteri del Perù, che avrebbe ottenuto il 24,3 per cento. Pertanto, sarebbe in vantaggio sull’altra principale candidata, Veronika Mendoza (Frente Amplio), che avrebbe ottenuto il 16,6 per cento, smentendo così gli exit poll che prevedevano un pareggio fra questi due.
“Mi nombre es lo bastante célebre para que yo lo manche con una infracción a mis promesa” è una delle citazioni celebri di José de San Martín che penderà come la spada di Damocle sul futuro Presidente andino. Chi sarà eletto Presidente del Perù dovrà soprattutto raddrizzare un sistema politico screditato e garantire una rapida crescita dell’economia del Paese. Per stimolare la crescita economica, Fujimori intende approcciare politiche liberiste basate su tagli alle tasse e incentivi per le imprese al fine di aumentare gli investimenti in infrastrutture e opere pubbliche. In particolare, la proposta innovativa è l’opzione per le comunità locali di diventare azioniste dei progetti minerari o l’espansione della copertura elettrica e di internet nelle aree rurali.