Elezioni Usa: in Wisconsin, l’ultimo stato che ha affrontato le primarie, non è andata affatto bene per Donald Trump. Tuttavia, resta il fatto che il miliardario ha fatto meglio di tutti gli altri candidati repubblicani quest’anno: ha raggiunto quota 37% considerando il voto cumulativo, inoltre, può contare sul 46% dei delegati GOP al momento. Insomma, Trump corre spedito verso la nomination a candidato presidenziale. Il suo successo può sembrare impressionante, d’altra parte, allargando lo sguardo, a questo punto del processo elettorale, è il frontrunner repubblicano più “debole” degli ultimi decenni stando alle analisi di FiveThirtyEight.
Elezioni Usa: Trump è il candidato GOP più debole da decenni
Quelle in corso sono le settime primarie repubblicane, a partire dal 1972, che non vedono un presidente in carica tra i concorrenti: basta guardare l’immagine sopra per constatare che Trump è il candidato più “debole”, per quanto riguarda il voto cumulativo, a questo punto delle primarie, tra quelli “moderni”. Infatti, Bush padre, Bush figlio, Bob Dole e Ronald Reagan – nonostante avessero iniziato molto più lentamente di Trump – avevano una maggiore percentuale di voti ad inizio aprile.
D’altra parte, i candidati repubblicani sconfitti da Obama, ovvero John McCain e Mitt Romney, in termini di voto cumulativo non stavano facendo molto meglio di Trump nell’attuale periodo delle rispettive campagne. Tuttavia, (vedi immagine sopra) a questo punto, sia McCain che Romney avevano un numero significativamente maggiore di delegati. Tra l’altro, nel 2008 il senatore texano aveva fatto fuori Romney già a febbraio, un mese dopo asfaltò anche l’altro avversario Mike Huckabee, mentre, 4 anni dopo, lo stesso Romney si era tolto di mezzo Santorum dopo il Wisconsin. Per Trump, invece, che proprio in Wisconsin ha sofferto il “ritorno” di Cruz, le cose stanno per farsi ben più difficili di quanto visto sinora: lotteranno “corpo a corpo” quasi sicuramente fino al 7 giugno e oltre.