Il leader dei Cinque Stelle, Beppe Grillo, è stato accusato di “blasfemia” per un suo sketch andato in scena al Lingotto di Torino durante il suo spettacolo Grillo Vs Grillo.
Il fatto
Il comico genovese ha chiamato sul palco sei pentastellati (tra di loro il senatore Alberto Airola e il consigliere regionale Davide Bono) ha dato loro una “personale” comunione. Vestito con una tuta mimetica azzurra e blu e con in mano una ciotola, Grillo ha somministrato agli sventurati dei grilli essiccati, esclamando, ironicamente, “Questo è il mio corpo”.
Una strategia di marketing dietro lo sketch di Grillo?
Lo sketch di Grillo non è passato inosservato. Secondo il Corriere della Sera, dietro la “comunione grillina” si cela una strategia marketing per sponsorizzare lo show. “Il tour – scrive il Corriere – è decisamente sotto le attese in termini di pubblico — 800 biglietti staccati su 1.600 posti disponibili”.
Le polemiche
Tante le polemiche. “Provo disgusto per la indecorosa sceneggiata di Grillo e dei parlamentari Cinque stelle — scrive su Facebook Luca Lotti, sottosegretario alla Presidenza del consiglio —. Da padre mi domando se sia giusto ironizzare su quello che per me è un sacramento. Da cittadino mi domando come fanno a essere credibili questi signori che stanno riducendo la politica a un teatrino”.
“La finta comunione grillina sarebbe derubricata a gesto di pessimo gusto se non fossimo in un tempo difficile per i cristiani. Che dice la Raggi che aspira a fare il sindaco nella città di San Pietro e del Papa?” chiede il deputato democratico Michele Anzaldi.
Andrea Romano (Pd) mette in croce i rappresentati grillini: “Non mi colpisce Grillo che obbliga i deputati a mangiare grilli. Mi colpiscono loro, i parlamentari, rappresentanti del popolo che seguono il santone. E mi colpisce la candidata sindaco che ride e annuisce. Chiamate un dottore, possibilmente uno bravo”.
Più duro Stefano Esposito: “Sono una setta pericolosa #ritisabbatici #casaleggioeiniziati”