Metti una puntata de Le Invasioni Barbariche nel corso della quale la conduttrice Daria Bignardi organizza l’incontro tra una popstar di fama mondiale, l’anglolibanese Mika, e il premio Nobel per la Letteratura Dario Fo. Metti che il primo sia un grande ammiratore del secondo, e che tra i due “scoppi” un’immediata complicità, coronata dall’inedita versione a due voci di Ho visto un re.
Mika dichiara: «Dario Fo è un mio eroe, studio il suo lavoro da 13 anni». E l’attore milanese ribatte: «Quando l’ho ascoltato la prima volta, guardando la tv, ho fatto un salto dalla sedia. E’ una vera forza della Natura». L’“attrazione fatale” è sfociata quindi nella collaborazione al progetto di Dario Fo intitolato Francesco. Lo Santo Jullare, realizzato da Gianmarco Mazzi con Jacopo Fo.
Lo spettacolo, dedicato al santo di Assisi, verrà trasmesso da Rai Uno il 22 giugno, ed è stato realizzato a fine maggio presso l’Auditorium della Rai di Napoli, dove il premio Nobel ha fatto gli “onori di casa” con una serie di ospiti da lui invitati a partecipare alla performance, tra cui Mika. In quell’occasione la giovane popstar ha annunciato l’evento pubblicando sulle sue pagine Facebook e Twitter una foto insieme a Dario Fo scattata nel capoluogo campano.
Ma quali sono gli “ingredienti” di questo connubio artistico? «Curiosità, saggezza, carisma, tolleranza, umorismo —spiega Mika — Tutte queste parole per me sono sinonimi di Dario Fo. Lui è come un tonico per le generazioni più giovani di lui. Come un Hair Of A Dog , l’intruglio alcolico rimedio del mattino dopo una notte passata in giro, ti rimette in sesto e ti fa sentire come se il meglio dovesse ancora venire. Dal mio punto di vista di trentenne, posso dire che ci sentiamo tutti come se la gioventù fosse paragonabile a una sbornia, che si paga coi postumi e le dovute conseguenze quando si invecchia. Dario Fo dimostra che questo concetto è falso marketing e che con i benefici di una crescente curiosità e una mente in costante sviluppo, le trappole e i cliché dell’età possono essere smantellati; lui infatti è un simbolo di libertà per la sua opera e la sua vita». Parola di una giovane popstar che segue l’opera del Premio Nobel da quando un professore gli fece conoscere Morte accidentale di un anarchico.
Con Francesco. Lu Santo Jullare Dario Fo intende far (ri) scoprire al grande pubblico l’attualità di questa figura. «Francesco era un autentico giullare, della giullarata conosceva la tecnica, il mestiere e le regole assolute. Non teneva mai prediche secondo la convenzione ecclesiastica, anzi, rifiutava l’andamento del sermone; non ne seguiva i canoni, lo svolgimento, la catarsi morale a conclusione. Aveva qualità mimiche eccezionali, di un vero clown del suo tempo. Un linguaggio, il suo, fatto di termini pescati qua e là in tutti i dialetti, con iterazioni continue, termini latini, spagnoli, provenzali e perfino napoletani e siciliani».
E Mika? La popstar aprirà lo spettacolo dialogando a lungo con Fo su temi di attualità. Dei quarantacinque minuti che i due hanno registrato, ne verranno trasmessi almeno quindici dedicati a Francesco, non solo il Santo, ma anche il Papa, «una figura che in qualche modo ne ricalca lo stile», spiega il direttore di Rai Uno Giancarlo Leone, che ha subito accolto il progetto. «Dopo le censure e la segregazione culturale, è un ritorno importante quello di Dario Fo». Non resta quindi che attendere qualche settimana, per “scartare” il regalo del servizio pubblico ai suoi abbonati, doppiamente gradito, considerando la consueta penuria di idee che caratterizza il palinsesto estivo.