Sono le primarie a tenere banco all’interno di Forza Italia. Ieri Raffaele Fitto ha provato a difendersi dall’accusa di voler spaccare il partito: “Spaccare FI? Creare nuovi gruppi parlamentari? Contatti con partiti della maggioranza di governo? Veleni, bugie e falsità surreali. La discussione può fare solo bene al centrodestra”. E Mara Carfagna, ritenuta vicina alle posizioni di Fitto, allontana le voci di una possibile fronda dentro FI. “Non esiste alcuna fronda. La leadership di Berlusconi non è in discussione. L’importante – spiega la Carfagna in un’intervista a Repubblica – è individuare una soluzione che superi il rischio di una classe dirigente autoreferenziale. Ciascuno di noi dovrebbe avere l’umiltà di sottoporsi al vaglio elettorale”.
Ma di primarie Silvio Berlusconi non vuol sentir parlare. Ed è il suo consigliere politico Giovanni Toti a bocciare il metodo proposto dal plenipotenziario pugliese. “Le primarie in Forza Italia? Una scelta sbagliata, non servono a far emergere il nuovo ma a scongelare il vecchio facendolo passare per nuovo”. “Farle oggi – dichiara Toti al Corriere della Sera – significherebbe aprire un braccio di ferro tra macchine organizzative di vecchi potentati e dirigenti, amministratori, nuovi volti che pur avendo grandi capacità, in questo momento verrebbero spiazzati e marginalizzati. La conta brutale dei numeri non garantisce affatto una selezione della migliore classe dirigente”. Dello stesso avviso di Toti anche il Mattinale la nota politica redatta dallo staff del gruppo Forza Italia della Camera. “La direzione è il futuro. La nostra sfida è sui contenuti. E’ sul pane, non su chi comanda la squadra dei camerieri”. Come dire, “chi ha orecchie per intendere, intenda”.