Davvero Casaleggio era un visionario?
La scomparsa di Casaleggio ha avuto una grande eco mediatica. Basta leggere le prime pagine dei giornali andati in stampa ieri: editoriali, articoli di fondo, commenti di eminenti analisi politici. Tutti concordi su un punto: se ne è andato un visionario, un profeta, l’ultimo leninista (cit L’Unità).
A chiedersi se non ci sia stato un eccesso nei messaggi di cordoglio è un articolo apparso oggi su Il Foglio. Che parte con una premessa, doverosa: “Qui non si vuole fare eccessivo esercizio di cinismo, né passare per forza per originali, né mancare di rispetto a nessuno. Tuttavia, caspita, cari colleghi della stampa e dei telegionali, cari conduttori e cari editorialisti: il cordoglio, ci mancherebbe, le lacrime, naturalmente, la tristezza, anche la nostra, è ovvia, ma un po’ di contegno, no?”.
Il Foglio “ridimensiona” il ruolo di Casaleggio nella società italiana, ritraendolo come un normale “perito informatico, ex manager allontanato dalla Telecom, ex impiegato della Olivetti, fondatore della CasaleggioAssociati s.r.l., società di web marketing che guida e determina la linea politica del Movimento cinque stelle, un partito nato nel corso di una manifestazione denominata “vaffa day”.
Casaleggio come Jobs e Cavour?
“A leggere i giornali di ieri sembra invece che il paese sia rimasto orfano d’una figura, certamente originale, i cui mirabolanti tratti riassumono il meglio dell’intelligenza politica di Cavour e del genio tecnologico di Steve Jobs” scrive il quotidiano diretto da Cerasa.
Infine la chiosa finale: “Il cordoglio, ci mancherebbe, ma davvero Casaleggio era un mix tra Steve Jobs e Cavour?“