Canone Rai in bolletta: decreto bocciato dal Consiglio di Stato
Una serie di rilievi da parte del Consiglio di Stato sul decreto che prevede il pagamento del canone Rai in bolletta. E’ quanto riporta Repubblica in un articolo di Ado Fontanarosa. La prima bolletta col pagamento del canone dovrebbe essere quella di Luglio 2016. Quali sono gli aspetti controversi messi in luce dal Consiglio di Stato?
1) Nel decreto manca una definizione di apparecchio tv.
2) Manca una precisazione: cioè che il canone si versa una volta sola anche in presenza di più apparecchi. E non si paga per gli “smartphone o i tablet”
3) Il terzo rilievo ha a che fare con i principi di privacy in presenza dell’elevato numero di “enti coinvolti (Anagrafe tributaria, Autorità per l’energia elettrica, Acquirente unico, Ministero dell’interno, Comuni e società private)” nonché l’assenza di “disposizione regolamentare” in tema di riservatezza.
Canone Rai in bolletta: lo spot che lo pubblicizza
https://www.youtube.com/watch?v=c0PAMNV7bS8
Commenti e tweet dopo rilievi Consiglio di Stato
#canoneRai. Governo rimandato, quando ormai mancano ormai poche settimane a prima bolletta elettrica con dentro imposta tv, quella di luglio
— Renato Brunetta (@renatobrunetta) 14 aprile 2016
Mi facessero almeno scegliere i programmi che voglio e le persone che voglio vedere in TV tanto che la devo pagare #CanoneRAI
— Jackie (@J_ackieD) 14 aprile 2016
Giacomelli: “Utile suggerimento”
Non accetta l’etichettatura di ‘bocciatura’ il sottosegretario allo Sviluppo economico, Antonello Giacomelli che invece accoglie le osservazioni del Consiglio di Stato come “un utile suggerimento di integrazioni e chiarimenti peraltro assolutamente nella prassi dei pareri del Consiglio stesso”. E aggiunge “già in aula alla Camera il 6 aprile scorso avevo annunciato l’intenzione del governo di procedere a una più esplicita e meno tecnica definizione di apparecchio televisivo, a una capillare campagna di comunicazione e ad una proroga al 15 maggio dei termini per la comunicazione all’Agenzia delle Entrate delle dichiarazioni di esenzione”.
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