News Ucraina: il consolidamento del governo
Il nuovo direttivo ucraino scelto dal parlamento giovedì, è forse più interessante per le persone che sono fuori che per quelle che ci sono entrate: l’esperimento del paese d’inserire nel governo riformatori stranieri e professionisti del settore privato è ufficialmente fallito.
Il presidente Petro Poroshenko ha a lungo lottato per far nominare a primo ministro un suo protetto: l’ex presidente del parlamento Volodymyr Groisman. Il risultato è un gabinetto di lealisti a Poroshenko: l’impopolare imprenditore-presidente sta consolidando il potere, più o meno come il suo sfortunato predecessore Viktor Yanukovich. Anche se in diversi momenti Groisman ha insistito che avrebbe rifiutato l’incarico se non fossero state soddisfatte le sue condizioni, questi discorsi devono essere presi cum grano salis: Poroshenko vuole che Groisman appaia un indipendente, almeno agli occhi dei politici di Washington, che diffidano che Poroshenko voglia monopolizzare il potere.
News Ucraina: chi è Groisman?
Groisman, nato a Ninnytsa il 20 gennaio 1978, è stato dal 2006 al 2014 un popolare sindaco della sua città, sede anche dell’impero dolciario di Poroshenko – Roshen; ha asfaltato e riparato le strade, ha convinto le autorità svizzere di Zurigo a regalargli 100 tram perfettamente funzionanti, ha fatto installare una fontana musicale in favore di Poroshenko nel centro del Bug – il fiume della città. Ma la famiglia Groisman possiede un grande centro commerciale in Vinnytsia, costruito mentre Volodymyr concorreva a sindaco della città, e finanziato con un debito che Groisman non ha mai rimborsato. Il nuovo primo ministro è un tipico politico ucraino, scaltro e capace, ma allo stesso tempo sempre memore dei suoi interessi personali.
Il nuovo gabinetto comprende alcuni dei suoi vecchi collaboratori di Vinnytsia e anche un sacco di stagionati politici e burocrati che hanno operato sotto tutti i regimi precedenti, così come un paio di veterani della “rivoluzione della dignità” del 2014 e un paio di alleati dell’ex primo ministro Arseniy Yatsenyuk – la sua ricompensa per aver permesso a Poroshenko di formare un governo ed evitare le elezioni parlamentari anticipate.
Tuttavia se ne sono andati gli stranieri coinvolti nel governo di Yatsenyuk. Sono scomparsi il lituano Aivaras Abromavicius, l’ex ministro dell’economia, Natalie Jaresko l’ex ministro delle finanze e il georgiano ministro della sanità. Ivan Miklos, l’ex ministro delle finanze della Slovacchia, poteva essere l’unico straniero nel Gabinetto di Groisman, ma ha accettato solo un ruolo di consulente.
Quali sono le prospettive ucraine?
Il periodo dalla fine del 2014 all’inizio del 2015, per le persone di spicco occidentali con sfondi in Ucraina, è stato un momento romantico: professionisti ben piantati hanno interrotto la loro carriera per dedicarsi, praticamente senza paga, alla loro reputazione e al futuro ucraino. Individualmente e collettivamente non sono riusciti a cambiare il marcio sistema post-sovietico ucraino. Hanno imparato che l’Ucraina è un paese in cui l’establishment politico e burocratico sa come fare per mettere un estraneo nella posizione di uno stupido: non sono più stati disposti, o non più in grado, di nuotare contro corrente.
“Non c’è un solo straniero nel nuovo governo – ha scritto Mustafa Nayyem, un romantico deputato che si era iscritto quando il gabinetto era travolto da stranieri – Sono stati cacciati per non voler giocare secondo le vecchie regole”. Anche se Nayyem è ottimista che la dozzina dei funzionari pubblici locali siano qualificati per raccogliere la “bandiera delle riforme dei romantici”, credo che l’ottimismo sia fuori luogo.
Coloro che gestiscono i sistemi post-sovietici, come in Ucraina, non sono meno intelligenti o di talento dei gestori esteri del settore privato che cercano di cambiare le cose, hanno solo una differenza: si servono prima loro, poi forse arriva il bene pubblico. Questa è una motivazione così potente che qualsiasi riforma cadrà fino a quando i “romantici altruisti” non costituiranno una maggioranza governativa – un quadro difficile da immaginare – oppure è necessario un intervento più pesante di qualche paese avanzato.
Subito dopo che era stato confermato il Gabinetto di Groisman, Poroshenko ha parlato al telefono con il vice presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, il quale gli ha assicurato il sostegno. Ma tale supporto ora fuori luogo, è come quello che il presidente russo Vladimir Putin ha dato a Yanukovych poco prima della sua estromissione.