Dal successo alla “decadenza”: l’andamento della fiducia in Silvio Berlusconi dal 2001 a oggi

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Dal successo alla “decadenza”: l’andamento della fiducia in Silvio Berlusconi dal 2001 a oggi

Con il deludente risultato ottenuto da Forza Italia alle recenti Elezioni Europee, sembra essersi definitivamente chiuso il ventennio caratterizzato dalla leadership di Silvio Berlusconi, il cui alto consenso personale e quello elettorale delle forze politiche da lui fondate ha condizionato tutto il corso della cosiddetta Seconda Repubblica italiana.

Era il 1994, infatti, quando a pochi mesi dalla propria discesa in campo, Silvio Berlusconi, alla guida della doppia alleanza elettorale denominata Polo della Libertà al Nord e Polo del Buon Governo nel resto del Paese, il 27 marzo vinceva per la prima volta le Politiche e diveniva Presidente del Consiglio del suo primo Governo. Quell’esperienza durò pochi mesi e per il suo ritorno a Palazzo Chigi, dopo la vittoria dell’Ulivo guidato da Romano Prodi nel 1996, si sarebbe dovuto attendere il 2001, quando la Casa delle Libertà trionfò nelle elezioni del 13 maggio. Per la presenza più o meno regolare di dati di sondaggio sulla fiducia nella sua persona, nonché per analizzare l’andamento del suo gradimento in particolare dopo l’assunzione duratura della responsabilità del governo del Paese, è perciò da questa data che presentiamo il trend sulla fiducia nel leader di Forza Italia.

I dati analizzati, che rappresentano il valore medio della fiducia fra quelli pubblicati nel tempo da diversi istituti demoscopici, evidenziano come nei mesi appena seguenti alla nascita del Governo Berlusconi II (11 giugno 2001) si tocca uno dei punti storicamente più alti della fiducia nei suoi confronti, con un dato vicino al 60%, dato che però inizia da quel momento a declinare in maniera costante nel corso del suo secondo mandato a Palazzo Chigi, scendendo sotto il 50% già a inizio 2002, fino ad un valore attorno al 30% nel corso del 2004. Sono anni in cui l’azione di governo si intreccia con i problemi giudiziari dell’allora premier, scontrandosi spesso con le manifestazioni organizzate dalle forze d’opposizione e dalla società civile a seguito dei numerosi interventi in materia di giustizia approvati dalla maggioranza di centrodestra. Il dato sulla fiducia oscilla nell’intervallo fra il 30 e il 40 per cento anche dopo la nascita del Berlusconi III (a seguito della sconfitta alle Regionali del 2005) e fino alle elezioni del 2006 vinte di un soffio dall’Unione guidata da Romano Prodi.

Nei quasi due anni di governo della coalizione di centrosinistra, la fiducia in Silvio Berlusconi risale sopra la soglia del 40%, fino alla caduta dell’esecutivo presieduto da Prodi e la successiva nuova vittoria elettorale del centrodestra nell’aprile 2008. A quel punto, con la nascita del Governo Berlusconi IV, si instaura una nuova “luna di miele” fra una parte significativa di italiani e il leader del Popolo della Libertà, il partito lanciato a fine 2007 con il “discorso del predellino” in vista delle Elezioni Politiche: il dato sulla fiducia rimane, infatti, stabilmente sopra il 50% fino a metà 2009, periodo nel quale supera anche il 60%, toccando il livello storicamente più alto. Dalla fine dal 2009, complice lo scoppio della crisi economica, il dato sulla fiducia torna sotto il 50%, scendendo anche sotto la soglia del 40% nel corso del 2010, periodo della rottura con Gianfranco Fini all’interno della maggioranza, fino alla terribile estate del 2011, quando l’Italia finisce sotto attacco dei mercati finanziari per l’enorme debito pubblico e la fiducia degli italiani in Silvio Berlusconi precipita attorno al 20%. Il 12 novembre 2011 Berlusconi rassegna le dimissioni da Presidente del Consiglio e si apre la strada per l’incarico a Mario Monti, il cui Governo giurerà pochi giorni dopo.

La fiducia nel leader del centrodestra resta nell’intervallo fra il 20 e il 30 per cento per tutto il periodo dell’esecutivo “tecnico” sostenuto in Parlamento da un’ampia coalizione e risale per una volta sopra il 30% subito dopo le Elezioni Politiche del 2013 e la successiva empasse nella formazione di un nuovo governo. Il dato sulla fiducia in Berlusconi ridiscende dopo la nascita del governo delle “larghe intese” presieduto da Enrico Letta e sostenuto all’inizio dallo stesso PDL, con un lieve rimbalzo positivo al momento della sentenza della Cassazione che lo condanna in via definitiva per evasione fiscale. I mesi successivi sono caratterizzati dalla decadenza dalla carica di Senatore, dalla rinascita di Forza Italia con l’uscita dal partito dei ministri dell’esecutivo Letta, dall’abbandono della maggioranza di governo a fine 2013, nonché dell’intesa sulle riforme istituzionali con Matteo Renzi all’inizio di quest’anno. In questi ultimissimi mesi, che hanno visto la nascita del Governo Renzi, del quale Forza Italia si è collocata all’opposizione, e infine la decisione sull’affidamento di Silvio Berlusconi ai servizi sociali per scontare la condanna, la percentuale sulla fiducia nell’ormai ex Cavaliere si è mostrata in modo regolare attorno al 20%.