Referendum trivelle: sono le 23 di domenica 17 aprile, le urne hanno appena chiuso i battenti e i risultati sono già chiari, il referendum sulla durata delle concessioni alle trivelle non è valido. Il Presidente del Consiglio, in diretta televisiva a sera tarda, parla dei risultati e anticipa gli oppositori: “assisteremo nelle prossime ore, nei prossimi giorni probabilmente, alla solita triste esibizione dei politici vecchio stile che dichiarano di aver vinto anche quando perdono”; e ancora difende gli operai e gli ingegneri che hanno rischiato il posto di lavoro, ormai ritornello degli ultimi giorni.
Referendum trivelle: Emiliano ora è l’anti-Renzi
Matteo Renzi parla ancora per dodici minuti, e attacca coloro che secondo lui sono gli sconfitti :”sono quei pochissimi consiglieri regionali e qualche presidente di regione che hanno voluto cavalcare il referendum per ragioni personali” e “per esigenza di conta interna da parte di qualcuno”. E’ evidente che Michele Emiliano sia il primo della lista; il Premier non perde tempo, fa propaganda per il suo governo: parla di un prossimo incontro a New York per parlare di ambiente, e infila nel mezzo anche la commovente storia di un ragazzo che gli ha inviato una mail per ricevere un consiglio, dovrà votare oppure no?
Ad oggi i toni si fanno ancora più caldi, e lo scontro Renzi–Emiliano si fa più duro. L’ex sindaco di Bari vuota il sacco contro il segretario del suo partito con un intervista a Il Fatto Quotidiano e parla di quel 32% (15 milioni e 806.788 elettori) che è andato a votare: “hanno votato più italiani di quelli che nel 2014 hanno dato il 40 per cento al Pd e a Renzi, con 11 milioni di voti”; po attacca chi ha invitato gli italiani ad astenersi dal voto: ”il campo di chi la pensa diversamente è molto ampio, ed è affollato da parlamentari e militanti del Pd: milioni. Un risultato raggiunto nonostante le dichiarazioni pro-astensione di Renzi, di tutti i ministri, di un ex presidente della Repubblica (Napolitano). E nonostante le pressioni delle lobby”
E ancora, al giornalista che lo indica come nemico interno di Renzi, Michele Emiliano risponde senza remore: “Questo è un momento storico in cui nel Pd l’indipendenza di pensiero è considerata un atto di lesa maestà”. Oramai la posizione del Presidente della Puglia è chiara, la battaglia non finisce qui: il risultato da raggiungere è lo smantellamento di oltre 30 piattaforme inutilizzate, che costerebbe alle aziende petrolifere circa un miliardo; promette: “Noi pretenderemo che vengano smontate”.
Qualche giorno fa Emiliano si era confrontato con Renzi in direzione Pd: “Perché abbiamo chiesto il referendum? Di questa roba non si parla. Governi precedenti avevano vietato le trivellazioni entro le 12 miglia, ma avevano lasciato intatte le procedure già iniziate. Il nostro governo con lo Sblocca Italia ha facilitato le trivellazioni entro le 12 miglia”. Il presidente della Puglia ricorda di non essere stato ascoltato al Mise, e non fu nemmeno ricevuto dal Premier. “Matteo, non era più semplice parlarne? O al ministero dello Sviluppo economico c’era qualcosa che impediva la discussione?” insinua riferendosi alle intercettazioni che hanno costretto la ministra Guidi alle dimissioni.
Giulia Perbellini