Farage-Grillo e Grillo-Farage. Continua la strategia di avvicinamento tra i due movimenti e dei loro leader. Nigel Farage, leader dell’Ukip (partito euroscettico inglese) a proposito dell’alleanza con Grillo ed il M5S si dice “relativamente fiducioso. Entrambi vogliamo che funzioni. L’ alternativa è rimanere tra i non-iscritti con meno tempo di parola, nessuna presidenza nelle commissioni, meno fondi e senza una segreteria preparata e professionale”. Nigel Farage intervistato dal Corriere sottolinea: “Grillo ha una mente politica acuta”.
Farage inoltre aggiunge: “Coi 5 Stelle abbiamo molte battaglie comuni: contro l’ euro, l’austerità e il Fiscal Compact“. Quanto ai temi su cui M5S e Ukip dissentono, “ogni partito – continua Farage – nel gruppo avrà libertà di voto su qualsiasi argomento. Non si tratta di un partito politico ma di un matrimonio di convenienza strategico e pragmatico, una scelta intelligente”. E sul disappunto espresso da alcuni Cinque Stelle su un’alleanza con il partito indipendentista inglese dice: “credo che dovrebbero smettere di ascoltare le informazioni sbagliate sull’Ukip diffuse dai loro nemici politici. Ai grandi banchieri e ai burocrati di Bruxelles piacerebbe vederci divisi”.
Farage respinge le accuse di fascismo: “l’Ukip non è né di destra né di sinistra ma vogliamo una democrazia nazionale per la nostra gente”. L’Ukip, continua, “è il partito più votato tra il proletariato” perché “ci ergiamo a difesa della gente comune che sta perdendo il lavoro e vede lo stipendio ridursi!. Farage ribadisce poi la sua ammirazione per Grillo: “da tempo mi affascina il lavoro politico di Grillo e sono rimasto colpito quando l’ho incontrato, ha una mente politica acuta. Quello che mi ha impressionato di più è stata la sua passione nitida per la democrazia diretta”.
Il leader inglese mette in guarda i Cinque Stelle sulle conseguenze di un’alleanza con i Verdi: “sarebbe un disastro per loro, sommersi in una amara brodaglia verde e agli ordini di una linea di voto che non vogliono. I Verdi negli anni ’80 erano euroscettici e anti-militaristi. Li ho votati allora. Ma oggi sono un miscuglio di fanatici federalisti europei”.