Primarie USA, New York: Trump e Clinton pronti a mordere la Grande Mela

Pubblicato il 19 Aprile 2016 alle 11:07 Autore: Emanuele Vena
trump sondaggi usa elezioni presidenziali 2016 situazione stati in bilico

Primarie USA, New York: Trump e Clinton pronti a mordere la Grande Mela

Le primarie USA arrivano ad una nuova puntata, una delle più ricche di significati simbolici. I candidati democratici e repubblicani alla Casa Bianca si sfidano a New York, che mette in palio complessivamente oltre 330 delegati – 247 in campo dem, 95 tra i GOP.

I maggiori analisti di sondaggi e flussi elettorali sembrano essere piuttosto concordi: lo Stato della Grande Mela sarà, ancora una volta, un’esclusiva di Donald Trump e Hillary Clinton, i due candidati che guidano da mesi la corsa alla successione ad Obama nei due principali partiti statunitensi.

elezioni usa 2016 presidenziali banner logo tp

Secondo Realclearpolitics (RCP), l’ex first lady avrebbe circa 11 punti di vantaggio sul diretto avversario Bernie Sanders. Un dato evidenziato anche da Pollster che conferma l’esistenza tra i due sfidanti di un gap in doppia cifra (+13% per Hillary). Sulla stessa lunghezza d’onda anche le previsioni di Fivethirtyeight (FTE), che accreditano la Clinton del 99% di possibilità di vincere lo Stato di New York.

sondaggi primarie usa new york dem clinton sanders

 

Ancor meno in discussione, se possibile, sembra essere la sfida in campo GOP. Sono ben 30 i punti che separerebbero Trump dal governatore dell’Ohio John Kasich, secondo l’analisi di RCP. Un dato confermato – ed amplificato – anche da Pollster, che al momento prevede un +32%. Non stupisce quindi che anche qui le previsioni di FTE siano a senso unico, che pronostica più del 99% di possibilità di vittoria per Trump.

sondaggi primarie usa new york gop pollster trump kasich cruz

Ricordiamo che, a New York, la corsa in campo GOP prevede una sorta di proporzionale corretto. Oltre ad una soglia minima di voti (20%) necessari per accesso alla ripartizione dei delegati, è prevista anche una soglia (50%) oltre la quale l’attribuzione – che, per 81 dei 95 delegati, avviene per collegi distrettuali: 3 per ognuno dei 27 distretti – potrebbe trasformarsi in una sorta di winner takes all, ovvero con l’assegnazione di tutti i delegati al candidato più votato. Soglia che, secondo i sondaggi, Trump potrebbe superare sul piano nazionale – 53% per RCP,  54% per Pollster, dati confermati anche da FTE, che accredita il miliardario di un valore tra il 52 ed il 54% – ma non necessariamente su quello distrettuale, a partire da Manhattan. Numeri molto importanti per un Trump in lotta per la conquista di 1237 delegati – gliene mancano più di 400 – il “numero magico” che gli permetterebbe di strappare la nomination e sfuggire ad ipotetiche imboscate in sede di convention nazionale.

Decisamente diverso invece il discorso tra i Democratici, che anche a New York – come in tutti gli altri Stati – si contenderanno i delegati in palio tramite un sistema sostanzialmente proporzionale. Una ripartizione che, pur non chiudendo la contesa, stando agli ultimi sondaggi potrebbe ulteriormente ipotecare la nomination di Hillary Clinton, a cui mancano circa 1100 delegati – o poco più di 600, ipotizzando la conferma dell’endorsement da parte dei superdelegati che si sono già schierati – per prenotare un posto per il grande duello di novembre.

 

Per commentare su questo argomento clicca qui!

L'autore: Emanuele Vena

Lucano, classe ’84, laureato in Relazioni Internazionali presso la Facoltà di Scienze Politiche dell’Università di Bologna e specializzato in Politica Internazionale e Diplomazia presso la Facoltà di Scienze Politiche dell’Università di Padova. Appassionato di storia, politica e giornalismo, trascorre il tempo libero percuotendo amabilmente la sua batteria. Collabora con il Termometro Politico dal 2013. Durante il 2015 è stato anche redattore di politica estera presso IBTimes Italia. Su Twitter è @EmanueleVena
Tutti gli articoli di Emanuele Vena →