Gianni Lemmetti è l’Assessore al Bilancio del Comune di Livorno. Per una questione riguardanti la gestione dei rifiuti ha ricevuto un avviso di garanzia, ma non vuole dimettersi. Niente di nuovo, all’ombra dei consigli comunali. Solo che stavolta l’assessore fa parte del Movimento 5 Stelle, che aveva criticato la pratica delle non dimissioni successiva ad avvisi di garanzia.
Il tema è caldo: i grillini ne avevano detto di cotte e di crude nei confronti di coloro che indagati non si dimettevano. “Se l’atto riguarda le questioni di Aamps (l’azienda comunale dei rifiuti partecipata al 100%, ndr) che ho seguito io – aveva affermato direttamente l’assessore di Livorno, Lemmetti – non ho intenzione di dimettermi in nessun modo. Non ci penso assolutamente – ribadisce – ho sempre detto chiaramente, da un anno a questa parte, cosa avrei voluto fare. Non mi dissocio minimamente da quello che ho dichiarato pubblicamente più volte, ad esempio in commissione. C’è anche lo streaming se volete. Più coerente di me penso non ce ne siano”.
Livorno, le accuse dell’opposizione
C’è chi pensa sia ipocrisia. Adesso bisognerà vedere i vertici grillini di Livorno e poi in via suppletiva quelli nazionali, se imporranno a Lemmetti di dimettersi. Nel vuoto di parole si è inserito il Partito Democratico, che ha affidato al campo di Twitter l’offensiva: “ma il direttorio non ha niente da dire su avvisi di garanzia di Livorno? Questo silenzio sta diventando imbarazzante”, ha commentato Alessia Morani, vice capogruppo Pd a Montecitorio. Le fa eco Franco Mirabelli, che afferma come “a Livorno il M5S faccia finta di niente mentre piovono avvisi di garanzia, il Direttorio tace anche su Ostia e infiltrazioni criminali”. Chiude la girandola di dichiarazioni Matteo Mauri, sempre deputato dem: “la verità, come anche il caso di Livorno dimostra, è che i disastri delle amministrazioni a guida Cinque Stelle sono sotto gli occhi di tutti. Gli esponenti del M5S sono molto abili ad insultare ma incapaci di governare”. Non sono gli unici parlamentari Pd a parlare del caso Livorno, ma è esemplificativo ricordare che tutti i commenti affidati a Twitter si concludono con gli ashtag #omertàomertà. Una parodia dello slogan ‘onestà onestà’ gridato dai grillini al funerale di Gianroberto Casaleggio.
Daniele Errera