Le elezioni presidenziali in Congo, tra democrazia e dittatura
Il 21 marzo, nella Repubblica del Congo (da non confondersi con la Repubblica Democratica del Congo), si terrà il primo turno delle elezioni presidenziali. Due milioni e mezzo di cittadini congolesi sono dunque chiamati alle urne per scegliere la guida del paese dell’Africa centrale tra sette candidati ufficiali.
Le imminenti elezioni, però, non dovrebbero riservare grosse sorprese: il presidente uscente Denis Sassou-Nguesso, che è stato al potere per 36 anni, controlla incontrastato l’economia, i mass media e l’esercito. In questo modo tiene saldamente le redini del destino del Congo nelle sue mani. Per questo motivo, non ci sono dubbi su chi vincerà le elezioni, considerando anche che potrà ricoprire legalmente la carica di presidente fino al 2031. Al momento nulla fa pensare che non vorrà rimanere presidente fino all’ultimo.
Le ultime elezioni presidenziali in Congo: tra accuse di frodi e scontri armati
Nel 2016 si sono tenute le ultime elezioni presidenziali che hanno attirato tante critiche da parte dell’opposizione e degli osservatori internazionali. I candidati ammessi a partecipare sono stati nove. L’intera campagna elettorale si è svolta attorno al tema della credibilità di una rielezione democratica di Sassou-Nguesso il quale ha minimizzao il rischio di brogli elettorali. Allo stesso tempo, l’opposizione invece ha chiesto più trasparenza il giorno delle elezioni maturando forti dubbi sulla regolarità della tornata elettorale. Sassou-Nguesso ha stravinto le elezioni del 2016 secondo quanto riportato dalla commissione elettorale. Il presidente uscente ha ottenuto il 60% dei voti, mentre il secondo e il terzo classificati Guy Kolélas e Jean-Marie Mokoko si sono dovuti accontentare rispettivamente del 15% e del 13,7% dei voti.
Per via del contesto turbolento in cui si sono svolte le elezioni, il governo ha deciso di tagliare la connessione internet e la rete telefonica in tutto il paese nell’election day. L’opposizione ha contestato fortemente l’esito provvisorio delle elezioni e ha persino dichiarato di voler annunciare un risultato dello scrutinio alternativo a quello della commissione elettorale. Per questo motivo il governo ha deciso il prolungamento del taglio di internet e della rete telefonica e di non permettere in nessun modo che la conferenza stampa dell’opposizione potesse avere luogo, misura molto criticata dagli osservatori internazionali. In questo contesto difficile sono avvenuti pure scontri armati tra milizie e il governo nelle settimane successive all’elezione, ma Sassou-Nguesso è riuscito comunque a riportare la situazione alla normalità.
Per quanto riguarda l’Unione Europea e gli Stati Uniti d’America, entrambe hanno riconosciuto che l’elezione in Congo è stata irregolare e hanno condannato i mezzi utilizzati dal governo per reprimere il dissenso dell’opposizione e dei giornalisti. Diversamente, invece, la Cina si è congratulata subito con Sassou-Nguesso riconoscendo la vittoria del presidente, esattamente come l’Unione Africana.
Il sistema elettorale vigente
Similmente alla legge elettorale presente in Francia per l’elezione del presidente, anche in Congo le elezioni si svolgono a due turni. Il secondo turno, in caso nessuno dei candidati ottenga la maggioranza assoluta, si terrà l’11 aprile tra i due candidati che hanno ottenuto più voti. 18 anni è l’età minima per poter disporre del diritto di voto.
I candidati
Come anticipato poc’anzi, il candidato principale a essere eletto nelle elezioni presidenziali in Congo è Denis Sassou-Nguesso che però non corre solo, ma deve rivaleggiare contro altri sei candidati.
Denis Sassou-Nguesso è il candidato scelto dal parti congolais du travail (partito congolese del lavoro). E’ stato ministro della difesa e di fatto numero due nei governi di Marien Ngouabi negli anni Sessanta e Settanta, per poi fare un colpo di stato nel 1979. Ha governato in maniera autoritaria il paese fino a oggi, a parte una piccola parentesi dal 1992 al 1997 in cui è stato rimosso dalla carica di presidente. E’ tornato nel 1997 emergendo vincitore in una sanguinosa guerra civile durata tre mesi ed è rimasto in carica fino a oggi.
Guy Brice Parfait Kolelas è il candidato dell’Union des démocrates humanistes-Yuki (unione dei democratici umanisti-Yuki). E’ un professore, economista, funzionario ed ex ministro ed è il principale leader dell’opposizione al presidente, facente riferimento all’area di liberalismo di centro. Nelle scorse elezioni è stato uno dei politici che ha criticato di più lo scrutinio finale ed era arrivato al secondo posto.
Mathias Dzon è il candidato e fondatore dell‘Union patriotique pour le renouveau national (unione patriottica per il rinnovamento nazionale). E’ un banchiere ed è stato ministro delle finanze sotto la presidenza di Sassou-Nguesso. E’ passato all’opposizione nel 2006 ed è stato candidato anche nel 2009 per la coalizione di sinistra radicale, esattamente come oggi.
Gli altri candidati presidente ammessi alle elezioni che dovrebbero ottenere una percentuale molto bassa dei voti sono:
Joseph Kignoumbi Kia Mboungou (La Chaine)
Albert Oniangué (indipendente)
Dave Mafoula (Les Souveranistes)
Anguios Nganguia Engambé (Parti pour l’action de la Republique)