Crisi Spagna, Iglesias di Podemos dal re in jeans e maglioncino, e 20 minuti in ritardo
Il rifiuto della giacca e della cravatta, si sa, è tipico dei ribelli di tutto il mondo, ma come Giorgio Armani insegna, si può essere elegantissimi e glamour anche senza.
Non è il caso del leader di Podemos Pablo Iglesias, che probabilmente di proposito si è recato dal re per gli ultimi inutili colloqui prima della convocazione di nuove elezioni anticipate in jeans scuri, maglioncino beige e camicia azzurrina aperta, un outfit più che informale, e che probabilmente sarebbe stato inadeguato anche in occasioni molto meno solenni.
Crisi Spagna, il re al Iglesias “¿Qué tal?”
Naturalmente non si è trattato di un incidente. Tutto risponde a una precisa tattica del partito di sinistra populista che ha avuto più del 20% alle elezioni di dicembre e che ora punta a un’alleanza con la sinistra radicale di Izquierda Unida per superare il PSOE.
Già dalle proteste degli indignados durante i momenti più duri della crisi economica Podemos si è presentato come una alternativa radicale non solo nei contenuti ma anche nella forma. Repubblicani e anticlericali i leader del partito si rivolgono soprattutto ai giovani, tra cui ricevono moltissimi dei voti, e agli indipendentisti di Catalogna, Paesi Baschi e Galizia. Rifiutando la formalità si vogliono distinguere dalla destra tradizionalista del PP ma anche dalla vecchia sinistra socialista.
Questa immagine mostra chiaramente la differenza tra due rappresentanti di due mondi molto distanti. Seppur entrambi giovani Felipe VI e Iglesias sono il simbolo della monarchia borbonica da un lato e dei giovani delusi, in molti casi utopisti, o arrabbiati, dall’altro.
Certamente apparirà a molti infantile ed eccessiva questa sfida al’etichetta, e probabilmente è così, ma il re pare avere incassato bene. Ha apostrofato il leader populista con un informale “¿Qué tal?”, il corrispettivo del nostro “come va?”, o dell’inglese “what’s up?”, cui Iglesias ha risposto con un “Me alegro de verte”, “sono contento di vederti”, dando del tu al sovrano, al posto del più formale “Me alegro de verle”.
Non solo, l’incontro è anche cominciato con 20 minuti di ritardo, questi molto probabilmente involontari, giustificati candidamente da Iglesias con l’essersi perso, essendo entrato da un ingresso differente.
Questo forse tra tutti è lo sgarbo maggiore, più del prevedibilissimo abbigliamento sciatto.