Elezioni comunali: centrodestra diviso nella maggior parte dei comuni al voto.
Ciò che sta caratterizzando la sinistra italiana ormai da tempo, nelle amministrative 2016 diventa peculiarità anche dello schieramento opposto. Il centro destra si presenta diviso nella maggior parte dei 1367 comuni coinvolti nella scelta del primo cittadino. L’asse Berlusconi-Salvini-Meloni, “istituito” lo scorso autunno in vista delle amministrative 2016 attraverso lo slogan comune “Renzi a casa! Liberiamoci e ripartiamo”, non ha retto ai toni caldi della campagna elettorale.
E così, su tredici capoluoghi di provincia con più di 100mila abitanti, solo in cinque il centro destra presenta un candidato comune. È il caso di Trieste, Rimini, Ravenna, Cagliari (in questo caso il candidato del centro destra, Piergiorgio Massidda, si presenta con una lista civica ma è appoggiato dalle tre forze menzionate) e Milano, unico grande centro in cui Forza Italia-Lega Nord-Fratelli d’Italia trovano un’intesa nel nome di Parisi.
Per il resto è caos totale. A Bolzano, primo ad andare al voto l’8 maggio, le candidature a sindaco riconducibili allo schieramento di centro destra sono sei, dopo il siluramento del candidato unitario, l’avvocato Janes. A Salerno e Latina, quest’ultima da sempre roccaforte della destra, sono quattro. Infine, a Roma, Napoli, Torino, Bologna e Novara, i candidati del centro destra si riducono a due o tre.
Elezioni comunali: l’asse Berlusconi-Salvini-Meloni non regge
La rottura del centro destra si consuma a partire dalle discussioni intorno alla candidatura a sindaco nella capitale. Il nome di Bertolaso come candidato comune non ha fin dall’inizio convinto Salvini, e conseguentemente la Meloni, che decide così di candidare se stessa alla corsa al Campidoglio, scatenando polemiche indicibili visto il suo stato interessante. Il primo disappunto sulla candidatura della leader di Fd’I veniva proprio da Berlusconi, secondo cui una mamma “non può dedicarsi ad un lavoro terribile” come amministrare Roma.
Il risultato delle polemiche è di dominio pubblico e più volte ribadito: il centro destra si presenta diviso nella gran parte delle città che rinnovano la carica di sindaco. E ciò avviene in un momento in cui anche le amministrative diventano il pretesto per verificare la tenuta del governo Renzi. A questo si aggiunge il fatto che in una competizione elettorale per una carica monocratica i candidati realmente competitivi sono solo due.
Il centrosinistra, vista la grande capacità accentratrice del premier e dei suoi, è riuscito a mettere in campo personalità attrattive, sia per l’elettorato più comunemente di sinistra che per quello più moderato. Stessa cosa sta facendo il Movimento 5 stelle, che ha puntato su candidati che mostrano già di saper attrarre su di sé un elevato consenso popolare. Con le elezioni di Bolzano il terreno inizierà ad essere setacciato. Ma solo a giugno sapremo come andrà a finire. Certo è che il ballottaggio sembra lo scenario più plausibile nella maggior parte dei comuni.
Camilla Ferrandi