Comunali Torino, un sondaggio agita i sonni dei democratici sotto la Mole. Almeno, secondo quanto ha riportato ieri La Stampa, in cui si parlava di una rilevazione che vedeva un vero e proprio testa a testa tra il Partito Democratico e il Movimento Cinque Stelle.
Comunali Torino: testa a testa Fassino-Appendino?
“Il sondaggio che gela il Pd: Fassino e Appendino vicini”, questo il titolo del servizio, nel quale si parla di una rilevazione commissionata proprio dal partito di Matteo Renzi nelle principali città italiane chiamate alle urne il prossimo 5 giugno e in cui si dice che i dem si attesterebbero tra il 28% e il 30% nel capoluogo piemontese. Dai due ai quattro punti sotto la media nazionale in una città nella quale, in genere, le liste Pd tendevano ad andare meglio rispetto al trend italiano.
Un boccone amaro da ingoiare a via Masserano – il quartier generale dei democrat piemontesi – dove i dirigenti si dicono sorpresi dell’esito di questa rilevazione, a cui, comunque, non tutti danno credito: come riporta il quotidiano torinese, infatti, il segretario locale Fabrizio Morri “nega l’esistenza del sondaggio o quantomeno che sia voluto dal partito”. A ciò si aggiunge, poi, il buon risultato del Movimento Cinque Stelle che, stimato tra il 27% e il 29%, sta tallonando i democratici in una loro storica roccaforte, migliorando la performance rispetto alle elezioni politiche del 2013, quando la lista grillina raggiunse il 25,60% delle preferenze in tutta la città.
Un dato che, dunque, ha fatto pensare al quotidiano torinese l’idea di un possibile testa a testa tra Fassino e la grillina Appendino. Ma a leggere bene l’articolo, forse la questione non è proprio così. Il servizio, infatti, fa riferimento a liste e non ai candidati a sindaco: ad esempio, nel caso di Roberto Rosso si parla della “sua coalizione di centro”, così come per Giorgio Airaudo della sua lista Torino in comune, mentre, addirittura, nessuno degli aspiranti primi cittadini del centro-destra viene citato.
La coalizione di Piero Fassino, poi, non può essere ricondotta al solo Partito Democratico, ma anche a tre suoi alleati, ossia i Moderati – stimati tra il 9% e l’11%, la Civica per Fassino – data tra l’1% e il 3% – e Progetto Torino di Gianguido Passoni, che si dovrebbe accaparrare tra il 2% e il 4% dei torinesi votanti. Il che, nonostante l’exploit grillino, garantisce, comunque, al sindaco uscente un margine di vantaggio sulla sua sfidante: nel peggiore dei casi, ossia qualora la coalizione di Fassino si attestasse al 40%, l’attuale inquilino di Palazzo Civico sarebbe avanti almeno di 11 punti sulla candidata grillina.
Risultato non tanto lontano, poi, dall’ultima rilevazione effettuata sul capoluogo piemontese da parte di Ipr Marketing e Tecnè per Porta a Porta, pubblicata circa una decina di giorni fa: in questi due casi, infatti, l’attuale primo cittadino aveva un buon margine di vantaggio su Appendino sin dal primo turno – 17 punti per Ipr, 11 per Tecné – andandosi ad aggiudicare, secondo i due istituti, il ballottaggio col 52% delle preferenze.