Abbassare l’età pensionabile? E’ sbagliato. A dirlo è l’ex ministro Elsa Maria Fornero, intervenuta stamattina a Radio Cusano Campus.
“Io non credo che i pensionamenti anticipati creeranno lavoro per i giovani. Abbiamo la dimostrazione empirica che politiche di pensionamento anticipato che sono state molto usate in passato non abbiano in realtà aiutato l’occupazione nei dei giovani nè delle donne. Siamo ancora un Paese con il più alto tasso di disoccupazione giovanile e con un tasso di donne che lavorano molto basso. L’aumento dell’occupazione non può che venire dagli investimenti e dalla buona regolamentazione del mercato del lavoro. Ricorrere ancora allo strumento previdenziale con la scusa che mandando in pensione qualcuno si possa far entrare qualcun altro significa creare una illusione per i più giovani. La flessibilità in sé è una cosa buona ma la flessibilità che maschera un aumento del debito è una cosa cattiva. Sarebbe sbagliato far tornare indietro le lancette dell’orologio riabbassando l’età di pensionamento. Bisogna rendere più facile il pensionamento per chi ha iniziato a lavorare in età molto giovane e ha avuto una vita lavorativa particolarmente faticosa. Possono esserci delle eccezioni ma questa non deve essere la regola. Quando la flessibilità si accompagna a una pensione retributiva che viene pagata in una parte sostanziale da altri e non dal lavoratore che accede a quel tipo di pensione in una età ancora giovane è molto discutibile”.
L’ex ministro ci tiene a fare una precisazione: “Diverso è il caso delle pensioni contributive, dove la flessibilità si accompagna alla responsabilità. Se uno si è pagato la propria pensione e vuole andare in pensione prima, è giusto che lo faccia. Ci portiamo sempre dietro quella eredità negativa di pensioni che non corrispondono ai contributi versati per la generalità dei lavoratori”.
Fornero benedice la riforma delle pensioni
Fornero sottolinea poi i benefici della riforma pensionistica che porta il suo nome: “Bisognerebbe dire a chi deve andare in pensione adesso che i sacrifici che sta facendo li sta facendo per le future generazioni”.
Per quanto riguarda la creazione di nuovi posti lavoro, l’ex ministro ha una sua personale ricetta: “Il mercato del lavoro è cambiato, le regole sono cambiate, in una direzione che dovrebbe rendere più facile assumere perché è più facile licenziare. E’ stato ampiamente dimostrato che la flessibilità, questo termine un po’ esoterico, in uscita significa flessibilità in entrata. Flessibilità in uscita significa flessibilità in entrata. Quello che manca è un clima di ripresa, per viverlo ci vogliono investimenti e fiducia. Bisogna trovare le risorse per investire nel Paese“.