Il ministro degli Esteri, Federica Mogherini, intervistata da La Stampa, ha fatto il punto della situazione sulla vicenda dei due marò Salvatore Girone e Massimiliano Latorre. I militari italiani, ancora agli arresti in India, sono intervenuti a Montecitorio, in videoconferenza dall’ambasciata di New Dehli, in occasione della Festa della Repubblica: “abbiamo ubbidito a un ordine, abbiamo mantenuto la parola e oggi siamo ancora qui” ha detto Girone palesemente emozionato.
Il ministro Mogherini ha salutato positivamente il cambio ai vertici della diplomazia indiana: “il fatto che per la prima volta in India il ministro degli Esteri sia una donna apre un canale di comunicazione più diretto: il contatto è aperto, e forse ci vedremo”. La Mogherini ha rinnovato l’impegno delle istituzioni sulla risoluzione della vicenda dei marinai italiani anche se “non esiste un pulsante per risolvere la vicenda” – ha dichiarato il ministro degli Esteri – “al nuovo governo indiano corrisponde un nuovo governo italiano, e una nuova dinamica. Abbiamo ripreso il lavoro del ministro Bonino, e riaffermato i principi della giurisdizione italiana e dell’immunità funzionale per Latorre e Girone. Parallelamente seguiamo la strada dell’internazionalizzazione”.
Mentre glissa sulla questione degli F-35, “durante la mia visita a Washington mai una volta è stato sollevato il tema”, la Mogherini ha voluto rispondere alla domanda “perché l’Italia come la Germania tiene con la Russia una linea ritenuta troppo “morbida” dagli USA?”.
“Non è questo il punto, è che è necessario proiettarsi sul lungo periodo. I giornalisti mi chiedono, a ogni riunione a Bruxelles: quand’è che parte la fase 3 delle sanzioni? Beh, le sanzioni non sono un fine, servono a spingere al dialogo. A oggi questa linea ha prevalso, ci sono state a Kiev elezioni con standard democratici, come ci dice l’Osce, e ci sono segnali di dialogo da Kiev e da Mosca– in Ucraina si continua a combattere, a soffrirne è, innanzitutto, la popolazione civile: l’UE non è del tutto esente da colpe per la Mogherini – a fronte del dialogo oggi si muore anche di più. È morto anche un giornalista italiano. Sul terreno la situazione sta sfuggendo di mano, c’è un inasprimento dello scontro che dimostra come esso abbia radici ben più profonde di questa crisi. Quando lo dicevamo tre mesi fa la risposta era sempre: il problema è Mosca. Invece, esiste un problema dentro l’Ucraina. L’Ue ha perso un’occasione: se fosse riuscita a farsi facilitatrice di dialogo, molte cose si sarebbero potute prevenire. E c è stato il limite di pensare che per l’Ucraina quello con l’Europa potesse essere un partnerariato alternativo, e non contemporaneo, a quello con la Russia. Cadendo nella stessa retorica utilizzata da Mosca”. Una retorica da “guerra fredda”, il “vero pericolo” per la Mogherini.
Guglielmo Sano