Primarie USA 2016, chi ha raccolto e speso più soldi secondo Forbes
Primarie USA 2016, chi ha raccolto e speso più soldi secondo Forbes
Le primarie americane si avviano a grandi passi verso la conclusione – tra i grandi Stati manca solo la California il 7 giugno – e i giochi ormai sembrano fatti. Tra i repubblicani, dopo il ritiro di Ted Cruz e quello di John Kasich, Donald Trump sarà il candidato del GOP alle elezioni di novembre. Nelle file dei democratici invece, nonostante l’incolmabile distacco, Bernie Sanders ha annunciato di voler continuare la sua campagna fino alla fine per spingere ancora di più a sinistra Hillary Clinton e influenzare il dibattito alla convention di Philadelphia di luglio.
Ora, nelle campagne elettorali statunitensi un ruolo fondamentale (ma non decisivo) lo gioca la capacità dei singoli candidati di raccogliere finanziamenti e quindi di spendere soldi in spot pubblicitari, stipendi per il proprio staff e comitati nei vari Stati in cui si vota. Quanti soldi hanno raccolto i candidati alle primarie statunitensi fino ad oggi?
Forbes ha fatto i conti in tasca agli ultimi 5 candidati rimasti in gara (la misurazione è relativa al 31 marzo per l’autofinanziamento e al 16 aprile per i Super Pac) e ne è uscito un quadro piuttosto interessante. La rivista economica statunitense ha elaborato alcuni grafici sulla base dei dati raccolti da opensecrets.org sito che fa riferimento al “Centre for Responsive Politics”, una no-profit che si occupa di “monitorare” lo stato dei finanziamenti alla politica statunitense.
Primarie Usa 2016, Clinton e Sanders i più ricchi. Trump solo quarto
Tra i 5 candidati rimasti in corsa fino a ieri, sorprendentemente i primi due sono i candidati democratici: Hillary Clinton è in testa con 256,4 milioni di dollari raccolti mentre il suo sfidante Bernie Sanders si posiziona al secondo posto di questa speciale classifica con ben 182,8 milioni di dollari. Dietro, i tre aspiranti Presidenti dell’elefantino anche se – altra notizia – Ted Cruz ha raccolto molti più soldi del “frontrunner” Donald Trump (141,9 contro 51,2 milioni di dollari). Ultimo per distacco il governatore dell’Ohio John Kasich che ha raccolto circa un decimo del denaro di Clinton (29,2 milioni).
Va detto però che sia “The Donald” che Sanders, rispetto agli altri candidati, hanno sostanzialmente evitato il sistema di finanziamento dei Super Pac (Super Political Action Committees) ovvero organizzazioni di raccolta fondi private (spesso in mano a miliardari) che non sono costretti a rispettare i paletti imposti ai finanziamenti dei sostenitori pubblici. Hillary Clinton com’è noto ne fa un gran uso (circa il 70% dei fondi raccolti provengono dai Super Pac) e questo le ha costato non pochi grattacapi contro il “socialista” Sanders.
Primarie Usa 2016, chi ha speso di più finora
Forbes ha anche elaborato i dati sul denaro speso fino ad ora dai 5 candidati e in questo caso la precedente classifica cambia un po’. Al primo posto troviamo sempre Clinton a cui restano ancora quasi un terzo del totale raccolto (73,5 milioni) mentre al secondo posto troviamo Cruz (anche se martedì si è ufficialmente ritirato dalla corsa). Ancora sorprendente invece il dato su Donald Trump a cui restano in cassa solo 1,7 milioni di dollari per l’ultimo mese (ma i giochi sono già fatti). Unico candidato in deficit – ha speso più di quanto aveva raccolto – John Kasich che, anche per questo, ha deciso nella serata di ieri di ritirarsi ufficialmente dalla corsa presidenziale.
Primarie Usa 2016, è vero che “vince chi ha più soldi”?
I dati sulla raccolta fondi dei candidati alle primarie mettono in evidenza un fatto: la massima “vince chi ha più soldi” non è sempre vera. E Donald Trump ne è un esempio lampante. In una campagna che dura più di un anno, infatti, entrano in gioco tanti fattori diversi. Uno di questi, per esempio, è il rapporto con i media che, proprio parlando del magnate immobiliare, ha aperto un aspro dibattito negli Usa. Molti sostengono infatti che l’ascesa di Trump sia dovuta all’enorme copertura mediatica che gli è stata data dalle grandi “news corporation”. Il Presidente della Cnn Jeff Zucker ha giustificato la cosa sostenendo che “il frontrunner del partito gode sempre di un’attenzione sproporzionata rispetto agli altri”.
Un produttore (non citato) del canale MSNBC invece ha spiegato così a Buzzfeed l’eccessiva copertura mediatica concessa a Trump negli ultimi mesi: “E’ l’effetto Megyn Kelly (la giornalista di Fox News che ha avuto più di un diverbio con “The Donald”, ndr) se spingi troppo oltre, ti farai male. E farai male al tuo show e alla tua immagine perché, per qualche ragione, Trump è più impermeabile a questi attacchi di qualunque altro politico”. Il New York Times a metà marzo ha pubblicato i dati di SMG Delta secondo cui Trump risultava essere uno dei candidati (erano 17 solo un mese e mezzo fa) ad aver speso meno denaro in spot pubblicitari (10 milioni di dollari contro, per dire, gli 80 di Jeb Bush) pur sovrastando – e di molto – tutti gli altri per il valore economico degli spazi che i candidati hanno avuto spontaneamente dai media (ovvero, quando i media parlavano di loro). Un dato che ancora oggi fa discutere. Intanto Trump prepara la lunga campagna verso novembre.
Giacomo Salvini
Twitter @salvini_giacomo