Disoccupazione in Europa, dal 2,5% di Friburgo al 31 dell’Andalusia, tutti i nuovi dati
E’ facile dire disoccupazione, sappiamo già come questa misura dipenda molto dal numero degli attivi, di coloro che un lavoro lo cercano effettivamente, e che un basso tasso di disoccupazione non indica che lavorano tutti, ma magari che invece molti di coloro che non hanno un’occupazione semplicemente sono inattivi, casalinghe, o anche lavoratori in nero. Lo sappiamo bene in Italia, in particolare al Sud.
Il Sud, appunto, un altro aspetto che viene coinvolto quando si parla di disoccupazione in effetti è il “dove”. Sì, la disoccupazione è alta nel Paese, ma dipende dalla regione dall’area. Anche questo elemento è cruciale nel nostro Paese. E i recentissimi dati Eurostat aggiornati al 2015 confermano appunto che l’Italia è tra i Paesi in cui parlare di un dato nazionale ha veramente poco senso. Siamo un Paese disunito anche dal lato occupazionale.
Come ancora più disunita è l’Europa stessa
Disoccupazione in Europa, Germania, Austria, Norvegia e Inghilterra praticamente in piena occupazione
La mappa delle regioni d’Europa in base al tasso di disoccupazione è piuttosto impietosa, ne fuoriesce un continente estremamente diviso, che ancora viaggia secondo linee nazionali, qualora, come è il caso di alcuni Paesi, tra cui l’Italia, non vi siano enormi differenze anche all’interno di questi.
Ormai anche l’ex Germania Est non è più la terra della disoccupazione come negli anni ’90, e neanche il Nord dell’Inghilterra. Austria e Svizzera tedesca seguono il trend della Germania, e, cosa interessante, anche quelle regioni dell’Est Europa più vicine all’Ovest, come la Boemia, o l’Ungheria occidentale, che sono legatissime all’economia tedesca e ne hanno largamente beneficiato. Così il Nord e l’Ovest della Romania. Qui naturalmente il discorso cambia, in realtà coloro che lavorano non sono molti, ma i non occupati sono molto spesso inattivi, soprattutto le donne. E’ anche il caso delle province turche con bassissimi tassi di disoccupazione per esempio.
Si noti poi la grande uniformità di un Paese molto centralizzato, la Francia, in cui le percentuali di senza lavoro sono più alte al Sud e al Nord ma non vi sono rappresentati come in Italia tutti i livelli di disoccupazione.
Nel nostro Paese si va dalla Provincia di Bolzano, dove le percentuali sono analoghe alla Germania, alla Calabria e la Campania, in cui si viaggia su livelli greci e spagnoli
Sud della Spagna e Grecia, appunto, che sono le regioni con i tassi in assoluto più alti.
Questo lo vediamo meglio con un elenco delle top ten e delle bottom ten.
Nell’area intorno a Frburgo la disoccupazione, come nella bassa Baviera, è solo del 2,5%. Siamo anche sotto la disoccupazione frizionale, quella fisiologica, in realtà si può parlare di aziende che cercano lavoratori senza trovarne, in molti casi. Le uniche aree non tedesche tra quelle con disoccupazione minore sono quella di Praga e del Tirolo austriaco, comunque molto connesse con l’economia tedesca.
Al contrario troviamo solo province spagnole o greche tra quelle con maggiore disoccupazione, Andalusia, Macedonia greca, isole Canarie, Tessaglia, ecc.
Le cose però cambiano se consideriamo la disoccupazione giovanile. Da un lato troviamo sempre le solite aree tedesche tra quelle in cui i dati sono più positivi, dall’altro emergono le regioni italiane, Calabria, Sicilia e Sardegna, che si uniscono a quelle spagnole e greche nell’elenco di quelle con disoccupazione giovanile maggiore.
Qui la variabilità è ancora più alta, si va dal 3,4% dell’alta Baviera al 65,1% calabrese.
Disoccupazione in Europa, massima variabilità in Italia, il Sud ha sofferto più di tutti
Italia, Spagna e Grecia sono anche i Paesi con la maggiore varianza di dati. Nel nostro Paese si va da regioni sotto la media europea, come la provincia di Bolzano, ad altre a livello greco, idem in Grecia e Spagna dove alcune aree come le isole greche o Madrid, Catalogna e i Paesi Baschi se la cavano molto meglio delle zone più rurali e arretrate.
Il dato della Francia è “inquinato” dalla presenza dei territori d’oltremare, come Guadalupe o Reunion, mentre stupisce la diversità che si può trovare nel pur piccolo Belgio.
La crisi economica cominciata nel 2008 è stato un unto di svolta fondamentale, in negativo, naturalmente, per le regioni italiane, è a causa di questa che il Mezzogiorno è precipitato in fondo alle classifiche.
La cosa è singolare soprattutto perchè prendendo le modifiche dei tassi di disoccupazione intervenute dal 2000 in realtà erano state le regioni del Sud, in rosso, quelle che avevano visto diminuire le percentuali di senza lavoro, e ancora oggi se il confronto è con l’inizio millennio, sono Basilicata, Calabria, Sicilia, le regioni in cui oggi la disoccupazione rimane inferiore ad allora
Rispetto al 2008 invece le cose cambiano decisamente. Sono Puglia, Campania, Sicilia, Calabria, le regioni che hanno subito l’aumento maggiore della disoccupazione.
Grandi discese e poi risalite, il Sud si è mosso con ritmi decisamente diversi dal Nord in questo campo, e ora si ritrova su latitudini economiche decisamente diverse da quelle di Lombardia, Veneto, Trentino.