Origini pachistane, avvocato specializzato nei diritti umani, 45 anni, parlamentare del Partito Laburista britannico. Ecco l’identikit del primo sindaco musulmano non solo della storia di Londra, ma di tutte le capitali europee. Sadiq Khan ha trionfato sul conservatore Zac Goldsmith, conquistando il 57% dei voti rispetto al 43% del candidato conservatore, e riportando la guida della città in mano ai laburisti dopo circa otto anni.
I Tories hanno cercato in tutti i modi di arginare l’ascesa del brillante avvocato. Lo stesso premier Cameron è sceso in campo, sbandierando i pericoli di un’ondata di terrorismo islamico connessi all’eventuale vittoria del laburista. Ma nonostante le accuse di essere “vicino agli estremisti”, la fede religiosa di Khan non ha spaventato il londinesi. Nelle prime dichiarazioni post voto, il neo-eletto ha voluto ringraziare tutti i gli i cittadini che hanno fatto vincere «la speranza sulla paura». «Sarò il sindaco di tutti» ha poi aggiunto significativamente.
Ecco chi è Sadiq Khan
Ad aver fatto breccia tra gli elettori londinesi è stata la storia personale di Khan. Nato a Tooting a sud di Londra da genitori immigrati, padre autista e madre sarta, Khan parte dal basso, dalla povertà, e si fa strada nella società occidentale. Racconta di essere cresciuto in una famiglia di lavoratori, e di aver imparato dai propri genitori a lavorare sodo
Consegue la laurea in legge e inizia la sua carriera politica nel partito che fu di Tony Blair, fino ad occupare il ruoli importanti come ministro dei Trasporti nel governo di Gordon Brown, e raggiungendone, con l’elezione di ieri, i vertici. Nella sua carriera di avvocato si è spesso occupato di temi inerenti i diritti umani e discriminazioni razziali.
Nonostante la netta vittoria a Londra, i Laburisti non possono dirsi entusiasti degli altri risultati conseguiti in questa tornata elettorale. Il partito guidato da Corbyn ha perso malamente in Scozia, e seppur in Galles il ha mantenuto un vantaggio relativo, hanno dovuto registrare l’avanzata dei nazionalisti del Plaid Cymru e l’inaspettata ascesa degli euro-populisti dell’Ukip.
La leadership della “primula rossa” Corbyn diventa così sempre più debole, e i rapporti non certo idilliaci col neo eletto sindaco di Londra non gli consentono di mettersi al riparo da prevedibili critiche interne. Lo scontro interno tra l’ala massimalista e i fedeli alla linea tracciata da Blair diventa sempre più teso, con quest’ultimi che accusano il leader di aver portato il partito su posizioni troppo a sinistra.
La giornata elettorale di ieri, che ha interessato milioni di cittadini, era attesa per sondare gli umori degli inglesi in vista del referendum sulla permanenza del Regno Unito nell’Unione Europea. La vittoria a Londra dei laburisti non ha fatto tremare i sostenitori della Brexit. Tuttavia il successo di Khan ha dato alla campagna referendaria un nuovo protagonista. Chissà quanto questo possa aumentare le chance di una sconfitta della Brexit.
Andrea Ficchi