Ieri il sindaco di Livorno del M5S, Filippo Nogarin, ha ricevuto un avviso di garanzia con l’ipotesi di reato di concorso in bancarotta fraudolenta che segue a distanza di pochi giorni quello ricevuto dall’assessore Gianni Lemmetti M5S) e dall’ex sindaco Alessandro Cosimi (Pd).
La vicenda in cui è coinvolto Nogarin riguarda l’Aamps, la società di raccolta rifiuti partecipata al 100% dal Comune.
L’Aamps ha chiuso il bilancio 2014 con un rosso di 21 milioni, in gran parte incassi della tariffa sui rifiuti mai riscossi. Il Comune li ha considerati crediti inesigibili e li ha messi a bilancio, spalmandoli sulle bollette e abbattendo il rosso a 11 milioni. Il passo successivo è stato portare l’azienda in concordato preventivo visto che il Comune non aveva i soldi per ripianare l’azienda.
L’inchiesta della Procura di Livorno, che finora vede indagate 11 persone, riguarda gli anni dal 2012 al 2016, con ipotesi di reato diverse.
Nogarin, sulla sua pagina Facebook ufficiale, ha detto di essere pronto a dimettersi: “Non conosco ancora quale sia la contestazione specifica che la procura muove nei miei confronti. Sono fermamente certo di aver sempre agito per il bene dell’azienda e dei livornesi, provando a salvare una situazione disastrosa lasciataci in eredità dal Pd, ma sin d’ora posso ribadire che nel Movimento 5 Stelle non si aspetta certo una sentenza per dimettersi, perché noi non siamo legati ad alcuna poltrona. Se già durante le indagini preliminari dovesse emergere una condotta contraria ai principi del Movimento 5 Stelle sono pronto a dimettermi”.
Il Pd è partito all’attacco accusando il M5S di doppia morale. “Garantisti con loro e giustizialisti con gli altri” ha sentenziato il ministro Maria Elena Boschi.
Livorno, il M5S difende Nogarin
Beppe Grillo ha chiamato il primo cittadino assicurandogli totale fiducia: “Ti sosteniamo, siamo conte. Tieni duro non ti lasciamo solo”.
L’avviso di garanzia è però una brutta macchia per i Cinque Stelle, soprattutto a un mese dalle elezioni. Davide Casaleggio lo sa bene: “Se Nogarin si dimette, perdiamo voti – ha confidato il figlio del fondatore del M5S ad alcuni amici – ma se non si dimette rischiamo di perdere le elezioni”. Secondo Il Tirreno le dimissioni di Nogarin non sono in discussione dopo le parole di Grillo: “Se questa è la linea del capo, gli altri si allineeranno senza remore per la ragione che Filippo Nogarin non è un militante qualsiasi per Beppe. I due sono legati da un lungo patto di fedeltà, che passa anche per la presa di distanza dal primo cittadino di Parma Pizzarotti”.
Alessandro Di Battista, considerato uno dei puri e duri del Movimento, non fa però sconti: “Se dovessero essere accertate condotte che vanno in senso contrario al Movimento, Nogarin ovviamente ne trarrà le conseguenze”.