Vegetariani: l’«avvertimento» è contenuto nel rapporto #bracioleallariscossa presentato da Coldiretti nel corso della prima giornata della carne italiana, quasi un italiano su 10 ha detto addio a bistecche e fettine. Gli acquisti, avvertono dall’associazione, sono crollati ai livelli di inizio secolo. Nel 2015, sono diminuiti del 9% quelli di carne di maiale, del 6% quelli di carne bovina, dell’1% quelli di pollame e salumi.
Vegetariani: quasi un italiano su 10 ha detto addio alla carne
D’altra parte, nel 2016, il 7,1 degli italiani si dichiara vegetariano (dato in crescita del 2% rispetto all’anno scorso), l’0,9% vegano (nel 2014 erano lo 0,6%, poi calati allo 0,2% nel 2015): alimentano un mercato che vale 320 milioni di euro secondo dati Eurispes. In pratica, l’8% dei consumatori del paese non mangia carne, dunque, non stupisce che, nel 2015, per la prima volta, la carne sia scesa al secondo posto tra le voci della spesa alimentare del paese (97 euro al mese, incidenza del 22%), superata dall’ortofrutta.
La quantità di carne che gli italiani portano realmente in tavola è scesa, in media, fino agli 85 grammi al giorno, ben al di sotto “dei 100 grammi giornalieri stabiliti da molti autorevoli studi”, hanno sottolineato da Coldiretti, nonostante l’Oms abbia recentemente inserito le carni rosse e lavorate nell’elenco delle sostanze potenzialmente cancerogene.
In ogni caso, allarmismi o meno, l’impatto economico del trend è stato importante: negli ultimi 5 anni hanno chiuso quasi 12mila stalle da carne (sono scomparsi circa 300mila bovini da carne, 500mila maiali e 700mila conigli – sono rimasti appena 80mila allevamenti di bovini da carne, 5000 di maiali e 4500 di polli da carne), soprattutto, per effetto delle importazioni dall’estero che oggi rappresentano un terzo dei consumi. Attualmente, il 40% della carne bovina e il 35% di quella di maiale provengono dall’estero. La situazione mette a rischio circa 180mila posti di lavoro in tutta la filiera della carni (vale 30 miliardi di euro).