Amministrative 2016: cosa rischia Renzi
Amministrative 2016: cosa rischia Renzi
Ieri, ospite da Fabio Fazio a Che Tempo che Fa, Matteo Renzi ha dato il via alla campagna elettorale del Pd. Ad un mese dalle amministrative, test cruciale per governo e partiti di opposizione, il premier ha elencato alcune misure che presto verranno approvate dal parlamento, a partire dall’importante legge sulle unioni civili.
Renzi ha parlato anche del referendum costituzionale e ha ribadito che nel caso vincesse il fronte del No, lui presenterebbe le dimissioni perché questa non è personalizzazione, è rispetto verso i cittadini”.
Affinché questo non accada, il premier ha pronto un vero e proprio piano di battaglia. Ieri è stato a Milano dove ha incontrato il candidato del centrosinistra Beppe Sala. Presto sarà anche a Bologna e Torino. Città in cui il Pd è dato in vantaggio sui rispetti avversari politici.
Renzi si è mostrato ottimista sull’esito delle amministrative di giugno: “Il quadro politico è in movimento e la partita è apertissima”. Idem per il referendum costituzionale: “Vedrete che vinceremo con oltre il 60 per cento dei consensi”.
Ma cosa succederebbe se le cose non dovessero andare come previsto alle prossime amministrative?
Stando a quanto riporta il Corriere della Sera, se alle amministrative di giugno dovesse arrivare una batosta, è probabile che la minoranza dem chiederebbe a Renzi di lasciare la carica di segretario di partito che ad oggi ancora detiene. L’accusa sarebbe sostanzialmente questa: per far vincere le elezioni serve un capo democratico a tempo pieno.
Viceversa, se le elezioni amministrative dovessero andare secondo i desiderata del premier, allora Renzi potrebbe anticipare il Congresso Pd e andare al redde rationem con la minoranza interna. Ipotesi confermata dal capo del governo oggi durante la Direzione Pd: “Un minuto dopo il referendum se andrà bene come io credo, si deve continuare il percorso delle riforme, il 2017 avrà eventi internazionali ma contemporaneamente io aprirei la fase congressuale anticipando di qualche mese il congresso”.