Scintille tra la ministra Boschi e l’esponente della minoranza dem Cuperlo durante la direzione del PD. Renzi intanto chiede un tregua delle polemiche interne fino al referendum istituzionale di ottobre.
Botta e risposta domenica durante la direzione del Partito Democratico al Nazareno, tra il ministro Maria Elena Boschi e Gianni Cuperlo. Al centro dello scontro le parole della responsabile delle Riforme e dei Rapporti col Parlamento pronunciate durante un incontro pubblico, che accomunavano quella parte di sinistra che voterà No al referendum costituzionale dell’ottobre prossimo, al gruppo di estrema destra Casapound.
L’essere stato messo sullo stesso piano del gruppo fascista non è andato giù all’ex Presidente democratico che, prima dalla sua pagina facebook e poi in direzione, ha incalzato la ministra invitandola a smentire la frase incriminata. «Perché- scrive Cuperlo-, comunque uno la pensi su quella riforma e sul voto di ottobre, si parla della Costituzione. E tra chi annuncia un voto contrario, per dire, ci sono i vertici dell’Anpi, e allora servirebbe misurare le parole».
Boschi, nessuna smentita
L’attesa smentita, però, non è mai arrivata. Anzi, la ministra, nel suo primo intervento alla direzione Pd, non è parsa per nulla a disagio rincarando la dose: «Più volte ho sentito equiparare chi vota ‘si’ con Verdini. Mi sono limitata a dire che chi vota ‘no’ vota ‘no’ come Casapound, un dato di fatto, reale nella sua banalità». Per poi aggiungere rivolgendosi a Cuperlo: «Sinceramente, Gianni, siccome sei uno di noi che guarda tutto e legge tutto, forse bastava farmi una telefonata e non fermarti ai titoli del Fatto Quotidiano. Se ti fermi ai titoli forse c’è una trasformazione ontologica in corso nel nostro partito che non mi sarei aspettata»
Dal canto suo l’esponente della minoranza interna replica, accusando il cerchio magico renziano di praticare «bullismo anagrafico» e di glissare sull’ingresso formale in maggioranza di Denis Verdini, capo della nuova formazione parlamentare Ala.
Andrea Ficchì