Scuola dell’obbligo, il 15% si ritira prima della fine, solo la Spagna peggio in Europa occidentale – infografiche
Sappiamo bene come uno dei problemi italiani sia il basso tasso di laureati, che deriva dalla ridotta quota di studenti che si iscrive all’univerità, ma anche dall’alto numero di ritirati prima di conseguire la laurea. Ma questi numeri hanno una causa a monte, ovvero non tutti coloro che potrebbero riesce a conseguire il diploma di maturità. Il numero di studenti che potrebbe iscriversi a una facoltà è diminuito anche da una quota che in ogni caso non avrebbe le qualifiche, perchè ritirato prima dalla scuola dell’obbligo
Scuola dell’obbligo, record di ritiri in Turchia, bene l’Est Europa – infografiche
Sappiamo come questo problema sia sempre stato importante in Italia, e in particolare al Sud, e ora Eurostat ha fornito gli ultimi dati, del 2015, che disegnano una situazione che vede il nostro Paese sempre agli ultimi posti: in particolare al sesto peggiore, dopo la Turchia, di gran lunga il Paese con più ragazzi che abbandonano la scuola, e poi Romania, Islanda, Malta, Spagna. La Turchia si comporta ancora come un Paese in via di sviluppo, e di fatto agricolo, con ragazzi che lasciano la scuola per i campi o ragazzine che si sposano presto, ma negli altri casi queste statistiche sono legate alla situazione economica, anche strutturale
Stupisce l’ottima posizione della Grecia, con solo l’8% di abbandoni, e le prime posizioni di Paesi dell’Est come Croazia, Slovenia, Polonia, Repubblica Ceca, Slovacchia.
La situazione non cambia moltissimo se distinguiamo tra uomini e donne, l’Italia perde solo una posizione se guardiamo all’abbandono delle ragazze. In generale nei Paesi mediterranei sono i maschi a lasciare maggiormente la scuola, mentre nell’Est sono di più le donne
Abbandono della scuola dell’obbligo, ci sono però miglioramenti negli ultimi 9 anni – infografiche
Se tuttavia vogliamo fare dei confronti con la situazione del 2006, e confrontare qule era la percentuale di ritirati, uomini e donne allora e oggi,vediamo che praticamente per tutti i Paesi vi sono stati dei miglioramenti
Questi per sono avvenuti in modo praticamente parallelo, non vi è stato un recupero maggiore dei Paesi con performances peggiori, e questo lo osserviamo con le curve dell’andamento delle statistiche per tutti gli anni dal 2001: per l’Italia il calo è costante, si passa dal 25,9% al 14,7%, ma le posizioni relative rispetto ai Paesi maggiori e alla media UE rimangono sostanzialmente le stesse, e solo la Spagna appare messa peggio di noi, e a voler vedere bene negli ultimi 7 anni il recupero è anzi stato anche maggiore