Unioni civili: il Ddl Cirinnà ha incassato la fiducia, voto finale atteso per le 19, in caso di approvazione finale, verranno estesi a tutte le coppie diritti e doveri fino a oggi prerogativa esclusiva di quelle unite dal vincolo del matrimonio. Ricalcato sul modello di quest’ultimo il nuovo istituto naturalmente avrà un costo per l’erario. Negli ultimi 4 commi della legge si specifica la copertura finanziaria: in sintesi i soldi verranno presi dal Fondo per interventi strutturali di politica economica e dal Fondo speciale di parte corrente di competenza del Ministero dell’economia e delle finanze relativo al bilancio triennale 2016- 2018. Da verificare la disponibilità nel primo fondo, confermata quella del secondo.
Unioni civili: quanto costano allo Stato?
Secondo la Commissione Bilancio – che si è basata sui dati della Germania (molto simile all’Italia per norme e situazione demografica) – da qui al 2025 (quando la legge agirà a pieno regime) saranno circa 67mila le coppie che aderiranno alle tutele previdenziali e fiscali previste per i coniugi (detrazioni Irpef, assegni nucleo familiare e pensioni di reversibilità). Si stima che solo per il 2016 il costo delle unioni civili si aggirerà intorno ai 3,7 milioni di euro, nel 2025 la cifra raggiungerà quota 22,7 milioni.
Ancora non sono stati stimati, invece, i costi per le amministrazioni comunali (non sono previste dotazioni aggiuntive di personale o strumenti). Queste dovranno organizzare gli appositi registri (già pronti in 250 comuni); da parte loro le coppie dovranno pagare una marca da bollo di 16,52 euro per costi di iscrizione e rilascio del certificato. Nessun costo avranno le convivenze: anche senza il Ddl Cirinnà, è possibile registrare l’unione come “famiglia anagrafica” (decreto del presidente della Repubblica n.229 del 1989).