Referendum Costituzionale, perché se vincono i No a perdere è il M5S
Se ad ottobre i no affosseranno il referendum costituzionale a perdere non sarà solo Matteo Renzi. Ma anche il Movimento 5 Stelle.
A dirlo è il professor D’Alimonte sul Sole 24 Ore. Secondo il politologo l’Italicum è l’unico strumento utile al M5S per andare al governo senza fare alcuna alleanza.
Eppure, i grillini si trovano in prima fila a guidare i Comitati per il No al referendum costituzionale di ottobre.
Referendum costituzionale, cosa succede se vincono i no
Il premier ha già annunciato che se dovessero vincere i No si farebbe da parte considerata conclusa la sua esperienza politica.
Ma cosa succederebbe subito dopo? Bocciata la riforma costituzionale, il Paese si troverebbe ad un bivio: varare un esecutivo del presidente che approvi la legge di Bilancio, oppure andare alle urne con un sistema che non è l’Italicum.
Il nuovo strumento di voto prevederebbe per la Camera un sistema iper maggioritario dell’Italicum e per il Senato il Consultellum, un meccanismo proporzionale con soglie di sbarramento su base regionale.
Un tale sistema avrebbe come conseguenza naturale l’ingovernabilità con le liste attuali costrette ad alleanze eterogenee. Come ricorda Verderami sul Corriere, nemmeno un Pd stile Europee (ovvero sopra il 40%) otterrebbe la maggioranza al Senato.
E se consideriamo che il M5S attuale non supera la soglia del 30% si evince come alle prossime elezioni il rischio di una vittoria mutilata sia altamente elevato.
Tra i corridoi del Parlamento, fa sapere Verderami, si vocifera di un’alleanza trasversale anti-Renzi che porti alla realizzazione di una nuova legge elettorale. Magari un ritorno al Mattarellum o una riedizione del proporzionale. Bersaglio di questa riforma sarebbero i Cinque Stelle e il blocco lepenista guidato da Salvini.
Per ora si tratta di fantascienza, ma si sa, la politica è l’arte del possibile.