L’apertura di Papa Francesco al diaconato femminile
La Chiesa 2.0 ha una nuova, inaspettata interprete: la donna. E’ questa l’anticipazione della svolta epocale che Papa Francesco I si appresta ad intraprendere. Le donne al centro di alcune funzioni in precedenza affidate esclusivamente a uomini. Una svolta che fa storcere il naso ai conservatori pontifici.
Il primo passo sarà l’istituzione di una Commissione di studio sulla possibilità di aprire il diaconato alle donne: è la fine di una super-era. Un’iniziativa in contraddizione con due millenni di conservazione. Una difesa a volte strenua su posizioni astoriche, in una società sempre più secolarizzata. E’ di fronte ad una delegazione di ben 900 suore che Francesco ha aperto alle funzioni ad oggi esclusiva dei diaconi. Un’iniziativa che chiarita, a detta del Pontefice, “sarebbe fare il bene della Chiesa”.
Papa Francesco, la figura del diacono
Il diacono è una figura reintrodotta nel 1967 da parte di Paolo VI e che non ha i poteri totali del sacerdote, ma esplica più funzioni centrali: può fare le benedizioni, battezzare, celebrare matrimoni, dare la comunione e leggere il Vangelo durante la Messa, tuttavia non può consacrare l’eucarestia (“è il corpo di Cristo”, in Chiesa). Anche l’uomo sposato può diventare diacono, oltre che il celibe. L’età minima è di 25 anni per i celibi e di 35 per le persone sposate. Inoltre, stando ad alcune ricerche focalizzate sui tempi paleocristiani, anche le donne potevano diventare diacono: Febe da Corinto lo fu, ad esempio.
L’iniziativa di Papa Francesco è chiara: porta chiusa al sacerdozio per le donne, ma aperte al diaconato. Giovanni Paolo II si oppose anche a quest’ultima via. L’apertura alle donne del primo grado dell’ordine sacro, inoltre, avvicinerebbe la Chiesa Cattolica a quella Anglicana, dove le donne sono già preti e vescovi. Un ammodernamento senza precedenti. Tentò una spinta il cardinale Carlo Maria Martini, più di vent’anni fa: “sul diaconato femminile la Chiesa non ha detto no”. Da ieri è tornato ad essere un tema attualissimo. Lo stesso cardinale avrebbe poi affermato come “è ancora possibile sia un cammino di dialogo ecumenico, sia soprattutto un cammino in cui mostrare presenza e missione della donna a tutto campo. Rispetto a un documento di questo tipo (una ‘sentenza’ pontificia che negò assolutamente il sacerdozio per le donne, ndr), che sembra chiudere una via, come già altri in passato, mentre in realtà hanno favorito un ripensamento teologico e pratico che ha fatto superare certi scogli e ha fatto comprender meglio la natura e la forza della presenza della donna nella Chiesa, io penso che uno spazio rimanga aperto”.
Papa Francesco, Chiesa divisa
Ma se da una parte vi è entusiasmo per la proposta, dall’altra parte vi è un istinto di conservazione francamente prevedibile. Parla il cardinale e teologo tedesco Kasper: “anni fa se ne discusse nella commissione teologica internazionale, in Vaticano, quando Joseph Ratzinger era prefetto della Congregazione per la Dottrina della fede. Fu una discussione estesa e ricordo che i teologi non riuscirono a raggiungere una posizione comune, c’erano tanti pareri differenti, tante divisioni”. Sulle previsioni circa il tema, Kasper sostiene come “ci saranno alcuni esponenti fieramente contrari”. Su addirittura le donne prete, Kasper conclude affermando come già “Giovanni Paolo II si espresse con un ‘no’ al sacerdozio femminile. Non posso immaginare che Francesco cambi quella decisione”.
Daniele Errera