Comunali Milano: dopo Stefano Parisi e Gianluca Corrado, ecco i punti salienti del programma di Giuseppe Sala, il candidato sindaco del centro-sinistra. Trentadue punti per 128 pagine che, come tiene a sottolineare Mr Expo, sono il frutto degli incontri avuti con i cittadini nei tavoli tematici e nei quartieri.
Comunali Milano: 32 punti per Giuseppe Sala
Al grido di “Milano. Ogni giorno, ogni ora”, il mantra di Sala è l’innovazione, che deve avvenire a partire da una duplice eredità: quella dei “recenti anni di buon governo” del sindaco uscente Giuliano Pisapia e della sua giunta, a cui viene attribuito il merito di aver sostenuto “l’accoglienza, il diritto all’eguaglianza, il rispetto della legalità, la lotta alla corruzione e l’attivazione delle energie diffuse”; quella lasciata da Expo di cui, secondo Sala, Milano deve raccogliere il testimone.
Innovazione, quella che il commissario Expo vorrebbe per Milano, che si contestualizza in una “cornice”, fondata su una sempre maggiore partecipazione dal basso, un modello di governo basato sull’impegno civico, sul rispetto di legalità, trasparenza e tolleranza, senza venir meno ai “valori ambrosiani della cooperazione, dell’innovazione e della solidarietà”.
“Sostenibile, internazionale, metropolitana, vivibile, inclusiva e accessibile”. Questi, per Giuseppe Sala, sono gli aggettivi che dovrebbero caratterizzare la Milano da lui governata e che sono alla base dei trentadue punti della piattaforma che il già direttore generale meneghino proporrà agli elettori il 5 giugno. Il commissario di Expo, in particolare, guarda con attenzione alla “vocazione internazionale” cittadina, alla semplificazione burocratica e al proseguimento della rotta già cominciata da Pisapia in termine di fisco: “Il calo delle risorse finanziarie e i limiti imposti dal Patto di stabilità sono stati affrontati con equità, ponendo attenzione alle condizioni delle fasce di popolazione meno abbiente” scrive Sala, che definisce “importante” quanto svolto nella lotta all’evasione.
In primo piano, poi, c’è anche la questione sicurezza, sulla quale Sala era stato perentorio nei confronti degli avversari: “quelli di destra se lo possono sognare che lo lasciamo a loro” aveva affermato in apertura di campagna elettorale. Pur riconoscendo i limiti del vigile di quartiere, che “ha prodotto molte aspettative e pochi risultati”, il candidato dem rilancia sul progetto della “polizia di comunità” in nome della coesione sociale.
Se, poi, “Milano deve continuare ad essere città dell’accoglienza”, per risolvere l’emergenza abitativa Sala pensa al social housing quale migliore risposta. In entrambi i casi, il candidato dem punta sulla creazione di “connessioni virtuose” tra pubblico e privato.
Infine, non mancano i riferimenti alla mobilità. Come avverrà anche nel contesto della riqualificazione urbana e delle periferie, secondo il commissario di Expo, anche il settore dei trasporti dovrà essere sostenibile. Oltre alla riconferma dell’Area C, quindi, Sala punta su nuovi investimenti per quel che concerne le diverse forme di sharing e sulla mobilità ciclistica.
Altri obiettivi restano l’introduzione del biglietto unico integrato e dello sviluppo delle infrastrutture e dei trasporti oltre i confini cittadini. Non a caso, una parte del programma riguarda anche la Città metropolitana, con la rivendicazione di una legge che riconosca l’autonomia finanziaria del capoluogo lombardo e l’attribuzione di maggiori deleghe alle zone.