Hezbollah: chi c’è dietro la morte di Badreddine?
Hezbollah: chi c’è dietro la morte di Badreddine?
Mustafa Amine Badreddine, leader militare del gruppo libanese sciita Hezbollah, è stato ucciso il 10 maggio in un attentato nelle vicinanze dell’aeroporto di Damasco. A darne notizia lo stesso Hezbollah, Partito di Dio, che in un primo momento ha accusato l’aviazione israeliana, salvo poi smentire e puntare il dito contro i ribelli jihadisti sunniti in lotta contro il regime di Assad. “Un’indagine ha mostrato che l’esplosione che ha colpito una delle nostre posizioni nei pressi dell’aeroporto internazionale di Damasco e portato al martirio del fratello comandante Mustafa Badreddine è stata causata da un bombardamento realizzato dai gruppi takfiri presenti nella regione”, questo quanto si legge nel comunicato stampa rilasciato dai vertici di Hezbollah.
Ai funerali, celebrati venerdì scorso nel quartiere di Ghobeiry nella periferia sud di Beirut, hanno partecipato tutti i maggiori esponenti del movimento sciita rendendo omaggio al comandante militare divenuto martire. E come tale è stato sepolto affianco a un altro martire del Partito di Dio, il cognato Imad Moughniyah, ucciso nel 2008 da una bomba nascosta nella sua auto. Entrambi parteciparono all’organizzazione della resistenza islamica che si oppose all’invasione del Libano da parte di Israele durante la guerra civile che dilaniò il Libano dal 1975 al 1990.
Il ruolo di Hezbollah nel conflitto siriano
Secondo fonti militari, il 55enne Badreddine, sarebbe stato a capo sin dal 2011 delle operazioni effettuate da Hezbollah sul territorio siriano, costate la vita ad almeno 1200 militanti. In Siria il gruppo sciita persegue diversi obiettivi: da una parte sostiene il regime di Bashar al Assad e le forze lealiste nella resistenza contro i ribelli e i militanti del sedicente Stato Islamico, dall’altra si muove lungo tutta la zona di confine con Libano e Alture del Golan, creando nuovi avamposti e collegamenti per lo spostamento di armamenti, in chiave anti israeliana. Proprio per questa ragione Israele è stato il primo indiziato per la morte di Badreddine.
Tuttavia, benché rappresenti un duro colpo per la leadership del Partito di Dio in questo delicato momento della storia mediorientale, secondo l’analista politico Ali Rizk, intervistato da al-Jazeera, “l’uccisione di Badreddine non cambierà il ruolo di Hezbollah in Siria, al contrario renderà Hezbollah ancora più determinato a restare impegnato in Siria fino alla fine”.
Hezbollah e Badreddine: il passato del comandante militare
Arrestato e condannato a morte in Kuwait nel 1983, per la partecipazione in attentati terroristici diretti contro le ambasciate di Francia e Usa. Processato in contumacia nel 2005 dal Tribunale Speciale per il Libano per aver progettato l’assassinio di Rafiq Hariri, primo ministro del Libano dal 1992 al 1998, Badreddine è sempre riuscito a farla franca e a muoversi da uno stato all’altro, negli ultimi anni in particolare passando dalla Siria al Libano senza passaporto né patente. Con la morte di Badreddine Hezbollah perde uno dei suoi principali esponenti, proprio ora che anche Mosca lascia strada libera alle azioni militari di Israele in territorio siriano.