Amministrative 2016, chi rischia di più è il Pd, ecco perchè
Amministrative 2016, chi rischia di più è il Pd, vediamo perchè
Le amministrative del 5 giugno saranno un test importante per il governo ma soprattutto per il Pd. Dei 26 comuni che andranno al voto 15 sono guidati da un esponente del centrosinistra, 2 dal centrodestra e uno da un indipendente (De Magistris) mentre 9 sono stati commissariati.
Come sottolinea uno studio del Cise, “si tratterà di un test importante, ancorché forse non ancora decisivo, per Renzi e il Partito Democratico, chiamati ad un risultato positivo per proiettarsi verso la sfida cruciale del referendum costituzionale di ottobre e delle successive elezioni politiche”.
Amministrative 2016: numero di liste invariato
In 9 comuni su 18 ci sarà la ricandidatura del sindaco uscente. Ma il dato più curioso relativo alle prossime amministrative riguarda il numero di liste che saranno presenti sulla scheda elettorale. Chi pensava che la disaffezione alla classe politica sfociasse in una maggiore frammentazione del quadro politico, rimarrà deluso.
Stando ai dati, la media di liste in competizione è di 20,4 contro le 21,6 del 2011. Per quanto riguarda i sindaci la media è esattamente la stessa del 2011 (8). Complice
Quello che cambia però, sottolinea il Cise, è il numero di liste fuori dai due “blocchi principali” (Pd e Forza Italia). “Oggi sono 11,6 ma nel 2011 erano 9,3”. Ma non è finita qui. “Per la prima volta dall’inizio della Seconda Repubblica, il numero medio di liste all’interno delle due principali coalizioni è minore rispetto al numero di liste che ne stanno fuori: 5,7 per le coalizioni a guida Pd e 5,1 per quelle a guida FI, per un totale di 10,8”.
L’aumento di liste non in appoggio ai grandi partiti è da iscrivere nella disaffezione dell’elettorato nei partiti cosiddetti tradizionali.
Altro dato degno di nota riguarda il numero di sindaci e liste confrontati tra Nord e Sud Italia. Mentre al Centro Nord la competizione tra sindaci è “più variegata” ( in media si presentano 9 sindaci contro i 7,1 del Sud), nel Meridione c’è una media liste più alta (22,4 contro 18,1 de Centro-Nord).
Curiosità: il M5S è l’unica lista che corre da sola in tutti i Comuni, a parte Latina dove ha deciso di non presentarsi. Pd e Forza Italia corrono insieme ad una o più liste (in media 2,6).
Chi invece si chiede quanto sia saldo l’asse tra Forza Italia e Lega dopo la rottura di Roma, basta un dato: in ben 12 comuni capoluogo su 26, FI e Lega non presentano un candidato unico.
Per chi volesse consultare candidati sindaco e liste dei comuni capoluogo al voto il prossimo 5 giugno c’è questa tabella redatta sempre dal Cise.