Giornata internazionale contro l’omofobia: ecco i numeri e le mappe che illustrano la situazione
Giornata internazionale contro l’omofobia: ecco i numeri e le mappe che illustrano la situazione
Istituita nel 2007 dal Parlamento Europeo, il 17 maggio di ogni anno si celebra la Giornata Internazionale contro l’omofobia, la transfobia e la bifobia. Una data diventata simbolo della lotta contro l’omofobia da quando il 17 maggio 1990 l’OMS, l’Organizzazione Mondiale della Sanità, ha cancellato l’omosessualità dalla International Classification of Diseases, l’elenco delle malattie riconosciute, nel quale risultava inserita nel 1948.
Giornata internazionale contro l’omofobia: ecco i numeri e le mappe che illustrano la situazione
A partire dal 2006 International Lesbian, Gay, Bisexual, Trans and Intersex Association (ILGA) lancia il suo report annuale che dà una fotografia su base mondiale dell’evoluzione dei diritti civili e umani riconosciuti alle persone gay. In 11 anni la situazione del popolo LGBTI è chiaramente mutata. Ora sono 75 gli Stati nel mondo che criminalizzano l’omosessualità, rispetto ai 92 del 2006. L’altra faccia della medaglia è l’aumento delle leggi che condannano la pratica omosessuale e la sua espressione.
L’Italia, con la recente approvazione dei provvedimenti di legge che disciplinano le unioni civili, ha fatto un passo in avanti verso il pieno riconoscimento dei diritti civili per le coppie dello stesso sesso, entrando nel gruppo dei 24 Stati che le riconoscono. Mentre sono 22 i Paesi, tra cui spicca la cattolicissima Irlanda, che riconoscono e prevedono i matrimoni gay. Nel campo penale, il nostro Paese, tuttavia, non ha ancora previsto l’aggravante omofoba adottata, invece, in altri Stati.
La pagina nera è rappresentata da quelle 13 nazioni che prevedono la pena di morte per atti omosessuali. Tra queste Mauritania, Yemen, e Arabia Saudita. In altri 14 Stati è previsto il massimo della pena e l’ergastolo, mentre in ulteriori 17 Paesi, come Russia e Ucraina, sono state promosse leggi che limitano la libertà di espressione sull’orientamento sessuale.
Sul fronte opposto, stando ai dati dello State Sponsored Homophobia, in 70 Paesi sono state approvate leggi contro la discriminazione sul posto di lavoro. In 13 Costituzioni del mondo sono presenti articoli che proteggono l’orientamento sessuale condannando le discriminazioni. Mentre sono 26 gli Stati che hanno adottato una legge per le adozioni a coppie omosessuali, con gli ultimi arrivati Colombia e Portogallo. Quella Stepchild adoption uscita di scena dai disegni di legge italiani, vittima dei veti incrociati tra le forze politiche parlamentari.
ILGA assieme a LOGO hanno poi condotto una grande ricerca, con circa 100mila persone intervistate, per capire come vengono viste, nei vari contesti mondiali, le persone omosessuali. Il 67% pensa che dovrebbero avere uguali diritti, senza distinzione di sesso. Gli intervistati evidenziano come a fargli cambiare idea è stato il fatto di conoscere personalmente un gay. Permangono pregiudizi in quel 47% degli africani e il 17% degli europei che vorrebbero che l’omosessualità fosse considerata un reato.
Ma come vivono i genitori l’omosessualità dei propri figli? Il 68% di loro si dichiara turbato se il proprio figlio, o la propria figlia, gli confessasse di essere gay. E solo il 28% accetterebbe che un ragazzo sentendosi donna indossasse vestiti femminili.
Non sembra causare disagio avere come vicini di casa persone gay. Tranne in Africa dove le percentuali parlano di un disagio molto avvertito, nel resto del mondo questa situazione di vicinato non sembra suscitare particolare imbarazzo.
Andrea Ficchi