Ebola si fa sempre più minacciosa. Una volta la sua patria erano le remote foreste pluviali della regione dei Grandi Laghi, luoghi poco popolati, con una densità abitativa molto bassa. Ora il virus è uscito da questo suo habitat e ha compiuto migliaia di chilometri.
Sta colpendo inesorabilmente regioni che sono in riva al mare, che sono densamente abitate, che possono essere un terreno di coltura per la sua trasmissione. Anzi, per la crescita del virus. Le regioni colpite sono la Guinea Conakry e la Sierra Leone. Sono colpite le città che in Africa, quasi sempre, sono luoghi di grande promiscuità dato che sono costituite essenzialmente da baraccopoli o slum con densità abitative da capogiro.
Che la situazione sia preoccupante è dimostrato dal fatto che i provvedimenti presi dalle autorità locali colpiscono gli interessi economici. Il confine tra Guinea e Senegal è stato chiuso ripetutamente. Si tratta di una drastica misura economica che ha fatto protestare, anche violentemente, schiere di commercianti da una parte e dall’altra.
In Sierra Leone, la London Mining, un’impresa mineraria britannica ha evacuato gran parte del proprio personale e ridotto drasticamente la propria attività. Anche questo è un segnale del fatto che questa volta il virus preoccupa di più. Cosa accadrà se cominceranno a essere colpiti i viaggiatori e se ci sarà il pericolo di una diffusione in Europa? Perché le multinazionali del farmaco investano nella ricerca di una cura o di un vaccino ci vuole che il virus diventi pericoloso per l’Europa e questa volta, forse, ci siamo vicini.
Raffaele Masto