Monarchici: si riuniscono per Settantesimo della Repubblica
Monarchici: si riuniscono per Settantesimo della Repubblica
Il prossimo 2 giugno, settantesimo anniversario della nostra Repubblica, qualcuno in Italia non festeggerà. Anzi, coglierà l’occasione per ribadire una battaglia portata avanti a denti stretti negli ultimi anni e che affonda le sue radici nel contestatissimo referendum Monarchia/Repubblica del 1946. I monarchici italiani (Umi) si riuniranno a Roma il prossimo 28 maggio, a quattro giorni dalla festa della Repubblica, per un convegno dal titolo: “70 anni di Repubblica: mandiamola in pensione! È viva la Monarchia!”. Ospite d’eccezione il principe Amedeo di Savoia, l’erede al trono di Umberto II. Prenderanno la parola – oltre al Presidente e al Vicepresidente dell’Umi Alessandro Sacchi e Vincenzo Vaccarella – l’ex senatore di An Giuseppe Basini e il giurista Gustavo Pansini. Tutto si concluderà alle 13 con una “colazione sociale alla presenza della Famiglia Reale” alla Casa dell’Aviatore (zona Termini).
Monarchici: il convegno tra presente e futuro
Secondo il Tempo di Roma che ha interpellato gli organizzatori dell’evento, il convegno non sarà incentrato sul revisionismo del referendum istituzionale del 2 giugno 1946 (anche se, va detto, è prevista la visione di un filmato storico sull’Italia alla vigilia del voto). No, si parlerà di “presente e futuro” con particolare attenzione all’analisi comparata delle altre monarchie europee. “Il pensiero unico dominante vorrebbe farci credere che la Monarchia esista solo nelle fiabe – si legge a questo proposito sul sito dell’Umi – grazie alla globalizzazione almeno ci si può rendere conto che non è così e che oltre a quella inglese, in Europa abbiamo ben dieci Monarchie costituzionali, nei paesi più sviluppati e all’avanguardia”.
In #Europa #repubblica è vero anacronismo, con governi non eletti e abusi #partitocrazia. #Monarchia è #Democrazia! pic.twitter.com/UXSSpSyz5x
— Unione Monarchica (@UnionMonarchica) 1 aprile 2016
Monarchici: quanto costa il Quirinale
Altro cavallo di battaglia dell’associazione guidata dall’avvocato Sacchi è il confronto tra le spese della Presidenza della Repubblica Italiana con le altre monarchie europee. Il portale dell’Umi riprende una tabella elaborata da Franco Bechis su Libero nel 2012 che mostrava come il Quirinale costasse agli italiani quattro volte Buckingham Palace (228 milioni contro 57) e due volte la Casa Bianca e l’Eliseo (rispettivamente 136,5 e 112,5 milioni di euro). Ora, se è vero che la spending review degli ultimi anni ha colpito anche il Colle più alto (il bilancio del 2015 ammonta a 224 milioni, meno quattro rispetto al 2012), la spesa della Presidenza della Repubblica rimane ancora molto alta soprattutto in tempi di vacche magre come quelli attuali. Vedremo se il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, al Quirinale da più di un anno, riuscirà a tagliare un po’ di spese. Ma ad oggi, come dimostra il bilancio di previsione per il 2016, tutto è rimasto come prima.
Monarchici: la revisione del fascismo
Se gli organizzatori non faranno riferimenti sull’anniversario del 1946 è pur vero che spulciando un po’ il sito dell’Umi si ritrovano delle asserzioni che sanno tanto di revisionismo storico. Per esempio, rispetto al rapporto tra Monarchia e fascismo, si legge sul sito: “Le responsabilità dell’ascesa al potere del movimento fascista rinviano all’incapacità delle forze partitiche liberali, democratiche, cattoliche, e socialiste di assicurare un’adeguata governabilità alla nazione (…) e se nel fascismo era presente una vocazione totalitaria, la Monarchia ha rappresentato un deterrente assai significativo alla trasformazione della dittatura fascista in totalitarismo”. Insomma, concludono i monarchici, “senza il contrappeso monarchico, la via verso la degenerazione totalitaria sarebbe risultata più sgombra e più facile”. Tesi che alla vigilia del settantesimo anniversario della nascita della Repubblica Italiana, non fanno certo bene al dibattito pubblico.
Giacomo Salvini
Twitter @salvini_giacomo