Il referendum sulle unioni civili rompe il fronte cattolico, ma unisce il centro destra
Una prematura sovra esposizione mediatica sul referendum di ottobre (quello sulla Legge Costituzionale) rischia di affossare il terzo referendum dell’anno (anche dopo quello sulle ‘trivelle’): è quello abrogativo della Legge Cirinnà, sulle unioni civili. Pur essendo l’avversione al ddl Cirinnà un punto comune del mondo cattolico, le posizioni sono per ora parzialmente dissimili.
Sulla paternità si presenta il primo scontro: i deputati di centro destra, da sempre più vicini al mondo cattolico piuttosto che il centro sinistra, rivendicano l’organizzazione della promozione sul referendum (della futura raccolta delle firme). Il fronte anti Cirinnà è trasversale: c’è ‘Idea’ (Giovanardi e Quagliariello), Forza Italia (con Gasparri e Malan), la Lega Nord (Molteni e Centinaio), Fitto e i suoi, Fratelli d’Italia con Rampelli e Cirelli. Una coalizione incredibile. Al ddl votarono ‘no’ anche alcuni esponenti della maggioranza (Gian Luigi Gigli e Mario Sberna), tuttavia hanno deciso di non aderire alla ricerca delle firme per indire il referendum, dato che il ‘cappello’ del centro destra era già stato posto. Poca organizzazione cattolica, quindi. Molto quella politica.
Unioni civili, nessun asse Vaticano – Centrodestra, per ora
La Chiesa non è direttamente in campo, perciò. L’asse Vaticano-centro destra non si farà. Per ora, data la condanna da parte di Angelo Bagnasco (Cei) contro il ddl Cirinnà. Il cardinale Presidente dei vescovi italiani, tuttavia, ha sostenuto che in questa battaglia la Chiesa non entrerà a gamba tesa: “è un’iniziativa in mano ai laici e che doverosamente dev’essere portata avanti dai laici”. La stessa Fondazione per la Sussidarietà, vicina a Comunione e Liberazione, ha condannato la ricerca delle firme pro referendum abrogativo.
Che il mondo cattolico senta la puzza di bruciato sul referendum, poi, è anche evidenziato da alcune prese di posizione ufficiali dell’organizzazione del Family Day, sull’ipotetico referendum. Il ‘Comitato Difendiamo i nostri figli’ non parla ancora ufficialmente. Si affida ai suoi singoli esponenti, come Simone Pellon e Massimo Gandolfini: parole contro il ddl Cirinnà, ma nessuna espressione in vista del referendum, la cui paternità, per ora, può dirsi in capo al centro destra, nuovamente – dopo molto, moltissimo tempo – riunito.
Daniele Errera