Meloni e quel no degli ebrei romani ad una via per Almirante
Nella storia politica italiana il nome di Giorgio Almirante è ancora divisivo e foriero di polemiche. E così è stato anche ieri quando Giorgia Meloni ha dichiarato di voler intitolare una strada allo storico leader del Msi: “Quando sarò eletta sindaco uno degli impegni che mi prendo, è di intitolare una strada di Roma a un uomo che è stato fondamentale nella storia della destra italiana e della politica italiana. Un patriota e una persona che amava gli italiani, che credeva nella democrazia e nell’onestà della politica”.
Parole che non sono piaciute alla comunità ebraica romana. “Lo ripetiamo per chi lo avesse dimenticato: mai una via a Roma per chi come Almirante collaborò alla “Difesa della razza” senza pentirsene” ha affermato la presidente Ruth Dureghello.
Almirante e la collaborazione con la Difesa della Razza
Almirante, infatti, fu segretario di redazione della rivista diretta da Telesio Interlandi e alla quale collaborarono anche Amintore Fanfani e Giovanni Spadolini.
Nel primo numero, il leader Msi si lanciava in un’ardita difesa della razza italiana e delle leggi razziali citando come esempio l’editto dell’imperatore romano Caracalla che stabiliva la concessione della cittadinanza romana a tutti gli abitanti dell’Impero, e che, secondo Almirante, sarebbe stato la causa principale della decadenza e del crollo dell’Impero romano.
Donna Assunta: “Almirante salvò la vita ad un ebreo”
In un’intervista al Tempo, Donna Assunta ha difeso la memoria del marito ricordando un episodio avvenuto durante la seconda guerra mondiale: “Mio marito salvò la vita a un suo amico ebreo (Emanuele Levi ndr) e alla sua famiglia, che ricambiarono quando Giorgio, nel dopoguerra, fu costretto alla clandestinità. Un’altra nostra amica ebrea ha pagato di tasca sua per piantare un ulivo dedicato a lui sul monte di Gerusalemme”.