Minoranza PD: Bersani riapre lo scontro sull’Italicum
Minoranza PD: Bersani riapre lo scontro sull’Italicum
#Maiunagioia. E’ questa, volendo utilizzare uno degli hashtag più virali in rete, la sintesi dello scontro interno tra maggioranza e minoranza dem. Matteo Renzi aveva chiesto una tregua al partito in vista degli appuntamenti elettorali e del referendum di ottobre. Con lui la ministra Maria Elena Boschi che, dopo il botta e risposta con Cuperlo in direzione Pd aveva lanciato un appello per riuscire almeno un per un giorno ad evitare polemiche interne. Un appello che, stando alle ultime uscite di Pier Luigi Bersani, sembra caduto nel vuoto, o mai accolto.
L’ex segretario, intervistato questa mattina da Radio Anch’io, è tornato all’attacco. Dopo il duro scontro con la Boschi per le parole della ministra sull’Anpi e i “veri partigiani”, Bersani chiede modifiche all’Italicum. «Serve il doppio turno di collegio. Non si può scambiare un ballottaggio con il doppio turno» queste le parole dell’esponente democratico che è entrato anche nel merito della riforma costituzionale: « Io sono intenzionato a votare si al referendum. La riforma non è la panacea di tutti I mali, non è questa svolta epocale ma prevalgono gli aspetti positivi».
L’intenzione di votare SI non è suffragata però dalla volontà di schierarsi apertamente. E lancia, anzi, l’allarme sulla personalizzazione che il Presidente del Consiglio ha dato legando il suo destino politico all’esito del Referendum. «Se le cose vanno avanti cosi – ha spiegato Bersani – tra quattro mesi ci troviamo tra le macerie del campo democratico. Renzi deve tener conto delle obiezioni non irragionevoli del NO».
Minoranza PD: Bersani e Letta contro Renzi
La dichiarazioni di Bersani, successive a quelle al veleno pronunciate ieri dall’ex premier Enrico Letta che ha accusato il governo di aver alimentato «il clima da corrida e personalizzazione che rischia di trascinare tutto lontano dai contenuti e di fare del male al Paese, e rischi di far del male a tutti», unite a quelle di Cuperlo sul ruolo di Verdini, fanno da contraltare a quelle del Presidente del Consiglio e della ministra per le Riforme.
Sembra, dunque, più chiaro il ruolo che la minoranza dem vuole giocare nella lunga campagna referendaria, alla vigilia delle amministrative del 5 giugno, e che porterà al congresso del Partito Democratico di questo autunno. Renzi, dal canto suo, non abbassa l’ascia da guerra e replica duramente a Letta: «è stato un anno al governo e le riforme non si sono fatte, il presidente della Repubblica chiama me e le riforme si iniziano a fare» e allo stesso Bersani che, a detta del segretario-premier, ancor prima aveva avviato i contatti con il centrodestra durante le consultazione del febbraio 2013 per la formazione di un nuovo governo e l’approvazione di una nuova legge elettorale.
Andrea Ficchì