Comunali Roma: la doppia carta di Berlusconi
Comunali Roma: la doppia carta di Berlusconi
Un giro di valzer. Potrebbe sintetizzarsi così la posizione assunta dall’ex premier Silvio Berlusconi per quanto riguarda la partita delle elezioni amministrative nella Capitale. Dopo l’iniziale endorsement per Guido Bertolaso ed il cambio di rotta verso Alfio Marchini, ora il leader di Forza Italia è pronto a giocare su due tavoli ed in due tempi. Ad evidenziarlo è quanto dichiarato a Porta a Porta, trasmissione RAI condotta da Bruno Vespa, in cui ha aperto all’ipotesi di sostegno nei confronti di Giorgia Meloni in caso di mancato raggiungimento del ballottaggio da parte di Marchini ed eventuale passaggio al secondo turno della leader di Fratelli d’Italia. Una strategia che conferma al tempo stesso le difficoltà nel centrodestra nazionale e la volontà di ridurre al minimo i possibili contraccolpi negativi derivanti dalla partita che si svolgerà nella Capitale.
Da quando trapelato nei giorni del cambio di rotta, a far cambiare idea a Berlusconi – fermo sostenitore di Guido Bertolaso – erano stati i sondaggi, che mostravano rilevazioni piuttosto deludenti per l’ex capo della Protezione Civile. Uno scenario che aveva spinto il leader di Forza Italia ad optare per il sostegno a Marchini, il quale ha opportunamente inglobato Bertolaso nel suo annunciato “team” di governo per la città.
Comunali Roma: Berlusconi e i sondaggi
Ancora una volta, alla base delle ultime mosse di Berlusconi potrebbero esserci proprio le rilevazioni demoscopiche. Nessuno dei sondaggi delle ultime settimane – prima dello stop del 20 maggio, imposto dalla par condicio – sembra infatti contemplare l’ipotesi di accesso di Marchini al ballottaggio. Al contrario, leggermente diversa sembra essere la situazione per Giorgia Meloni, che IPSOS vede avanti sia a Marchini che a Roberto Giachetti, avvalorando l’ipotesi di un ballottaggio per il Campidoglio tutto al femminile contro Virginia Raggi.
Ma quello che più potrebbe far riflettere Berlusconi è la tendenza registrata in quasi tutti gli istituti demoscopici – escluso il nostro – che vede la leader di Fratelli d’Italia precedere l’imprenditore capitolino, con un distacco che in alcuni casi (vedasi Demos) supera addirittura i 5-10 punti percentuali. O che – come nel caso di EMG – vede nella Meloni l’unico candidato in grado di mettere in seria difficoltà la Raggi.
Ecco perché – al di là della naturale vicinanza “ideologica” alla Meloni, che porterebbe ovviamente a preferirla a Giachetti e Raggi, invero principali favoriti all’accesso al secondo turno – l’ex premier sembra aver voluto chiarire subito la sua posizione, in modo da cercare di contenere i danni in caso di mancato accesso al ballottaggio di Marchini. Anche se – in caso di contemporaneo passaggio al secondo turno da parte di Giorgia Meloni – sarà molto difficile evitare una ridiscussione dei rapporti di forza all’interno dell’ipotetica (ma ad oggi piuttosto sfilacciata) coalizione di centrodestra. Con Matteo Salvini pronto a battere i pugni sul tavolo ed a rivendicare – più che mai – la leadership dell’area conservatrice.