Beppe Grillo, in un’intervista a Rolling Stone, ha fatto alcune dichiarazioni circa il suo rapporto con il guru del Movimento 5 Stelle, Gianroberto Casaleggio, morto il 12 aprile scorso.
“Ho passato 11 anni a sentirlo cinque volte al giorno. Con lui mi sentivo protetto, sapevo che c’era sempre. Se offendevano me, offendevano lui. Se querelavano me, querelavano lui. Condividevamo lo stesso ideale. Due teste completamente diverse: lui metodico e riservato, imprenditore con degli obiettivi, bravo nella comunicazione e nell’organizzazione, io un saltimbanco che si muove in tv e nei teatri, l’esatto opposto”.
“È stata una miscela straordinaria. Quando è mancato sono stato più debole – ha spiegato Grillo – Ora ho metabolizzato un po’, anche grazie al fatto che ha lasciato “Rousseau”, un sistema operativo che permette a qualsiasi cittadino di proporre una legge e fare in modo che i portavoce in Parlamento possano discuterla. Un’opera geniale”.
Grillo: “Neanche l’onestà post mortem è possibile”
Il leader dei Cinque Stelle, ricordando il leader radicale Marco Pannella, ha raccontato come vorrebbe che fosse il suo funerale. “Pannella ha resistito 87 anni a digiuni, droghe leggere, battaglie, poi ha fatto due e tre selfie con i politici locali ed è morto. Ora la gente piange sulla sua tomba dopo avergli dato contro tutta la vita. Io vorrei per me una camera mortuaria onesta. Vorrei che le persone dicessero chiaramente quello che pensano di me, con la mia salma presente. «Finalmente se n’è andato questo rompicoglioni, se n’è andato troppo tardi.» Anche il prete dovrebbe dire la verità «Rompeva i coglioni, gli piacevano le donne…» Ma non è mai così. Anche Casaleggio è stato incensato da persone che aveva querelato per diffamazione prima di morire. Neanche l’onestà post-mortem è possibile”.