Elezioni Comunali: ecco perché il M5S rischia di perdere voti
“Diffidate dalle imitazioni”. E’ questo l’appello lanciato Beppe Grillo ai militanti e sostenitori del Movimento Cinque Stelle. In un post pubblicato ieri a firma del comico genovese si legge: «Il Movimento 5 Stelle non appoggia altre liste oltre quelle certificate e non stipula alleanze con nessuno. Pertanto invitiamo gli elettori dei Comuni dove non è presente una lista certificata Movimento 5 Stelle a diffidare di qualsiasi indicazione di voto o di sostegno esterno a candidati di liste civiche o partiti, anche se proveniente da meetup locali».
Elezioni Comunali: ecco perché il M5S rischia di perdere voti
Come le grandi griffe dell’alta moda, o i più famosi marchi commerciali, Grillo e Casaleggio alzano le barricate in difesa del proprio “brand” da false riproduzioni che rischiano di rosicare voti alle amministrative del 5 giugno. Qualche settimana fa, il M5S aveva sollevato un caso simile a Torino. Sotto la Mole i pentastellati si presentano con la candidata a sindaco Chiara Appendino, tuttavia la sua lista rischiava di essere messa in difficoltà dalla presenza del “Movimento No Euro – Lista del Grillo” che riproponeva nel simbolo il nome del comico con lo scopo, si suppone, di far cascare nel tranello gli elettori e accaparrarsi qualche voto in più.
Se a Torino c’erano i presupposti per presentare ricorso al TAR, ben diversa appare la situazione nel resto d’Italia. Su 1368 comuni che andranno al voto il Movimento si presenta con liste certificate solo in 251 di essi. Come scrive Jacopo Jacoboni su “La Stampa” di oggi, è molto probabile che i tanti militanti vicini al Movimento di Grillo decidano di candidarsi in liste civiche, per via dei diktat imposti dal direttorio che hanno, in pratica, oliato gli ingranaggi di un meccanismo diabolico che rischia di ritorcersi contro proprio il Movimento in molte città importanti come Salerno, Latina, Ravenna e Rimini. E chissà quante altre.
Un problema da non sottovalutare, quindi, per la seconda forza politica nazionale. In città importanti come Salerno, 150mila abitanti, il direttorio e la Casaleggio Associati hanno negato la certificazione a uno storico meet up locale capitanato da Oreste Agosto, in prima linea nell’opposizione all’amministrazione della città, all’epoca in cui era sindaco l’attuale governatore della Campania, Vincenzo De Luca. Ebbene, dopo tante battaglie Agosto si vede ora defenestrato dal ruolo che gli spettava sul campo, perché non appartenente alla cordata del Movimento vincente di Angelo Tofalo, uomo vicino a Di Maio. D’altra parte, Oreste Agosto non ha scelto di ostacolare i Cinque Stelle come invece ha deciso di fare Dante Santoro, uscito dal M5S, che correrà alle prossime con una propria lista civica composta da altri ex grillini.
A Rimini, all’avvocato Davide Grassi la lunga militanza nel Movimento non è valsa nessun riconoscimento e certificazione. Pare che a mettere lo zampino in questa vicenda sia stata l’ex moglie di Grillo, Sonia Toni. Oltre a Grassi nessun altro attivista della città della riviera romagnola ha ottenuto il via libera del Direttorio. Morale della favola, come accaduto a Salerno, ex grillini hanno riempito liste civiche e, dunque, i voti che prima era indirizzati al M5S ora lo penalizzano.
“La Stampa” rivela che ci potrebbero essere brutte sorprese anche per Virginia Raggi a Roma, anch’essa vittima di questo giro di espulsioni e allontanamenti dal M5S: «A Roma hanno creato un caso con espulsioni immotivate, e illegali, secondo il tribunale. Non ci sono casi di gente che si è candidata con liste civiche extra M5S, ma di gente che dice di non votarli più ce n’è eccome; anche influenti; e lo vedrete dal risultato dalla Raggi».
Andrea Ficchì