L’hacker che ruba alla banche per sostenere la lotta all’Isis
L’hacker che ruba alla banche per sostenere la lotta all’Isis
Si chiama Phineas Phisher, almeno, questo è uno degli pseudonimi dell’hacker che prima ha saccheggiato delle banche e poi ha donato il bottino ai curdi che combattono strenuamente contro l’Isis. 11mila dollari in bitcoin sono stati inviati – tramite una campagna di crowdfunding – ai combattenti del Rojava, “uno dei progetti rivoluzionari più affascinanti al mondo” ha definito la regione autonoma nata nel nord della Siria quello che è stato già definito il Robin Hood della rete.
Rojava is one of the most inspiring revolutionary projects in the world today. I just donated 10000€ in bitcoin https://t.co/2ubZctplSy
— Hack Back! (@GammaGroupPR) 5 maggio 2016
L’hacker che ruba alla banche per sostenere la lotta all’Isis
“Ho rubato i soldi alle banche – ha detto Phisher senza precisare gli istituti di credito presi di mira – farlo è diventato più facile che mai. Non serve una pistola, si può fare dal letto con il proprio laptop”. Il pirata informatico ha anche pubblicato un guida che per molti rappresenta il manifesto di un nuovo movimento di Hacktivisti.
“Voglio invogliare gli altri ad agire – ha scritto Phisher durante uno scambio di mail avvenuto con Lorenzo Franceschi-Bicchierai, staff writer di Motherboard – non voglio essere l’hacker solitario che combatte da solo contro il sistema, voglio ispirare gli altri a procedere in modo analogo, cercando di fornire tutte le informazioni per imparare”.